Denunciati frodi informatiche e brogli, il leader Orengo: «Questo è terrore di Stato»

Domenica 13 Agosto 2017
NAIROBI - Uhuru Kenyatta resta presidente del Kenya ma, come nel 2013, l'annuncio ufficiale della sua elezione da parte della Commissione elettorale ha scatenato accuse di brogli e proteste di piazza dell'opposizione.
La Croce Rossa e un'organizzazione kenyana di difesa dei diritti umani hanno riferito che, dalla chiusura dei seggi martedì scorso, almeno 24 persone sono state uccise e 93 sono rimaste ferite in scontri con la polizia. L'opposizione afferma che le vittime sono ancora di più e parla di 100 persone innocenti uccise dalla polizia nelle violenze post elettorali, fra cui anche bambini, ma non ha dato dettagli.
«Questo terrore di Stato è stato perpetrato in seguito ad una meticolosa preparazione», ha denunciato James Orengo, esponente della National Super Alliance (Nasa), in una conferenza stampa a Nairobi. La polizia è «responsabile per le violazioni delle leggi keniote e internazionali», ha affermato Orengo, secondo il quale il governo «sapeva che l'elezione sarebbe stata truccata e ha preparato gli strumenti necessari». Orengo ha parlato di voto «farsa», promettendo di ribaltare l'esito delle elezioni.
Secondo i risultati ufficiali diffusi ieri sera, il presidente uscente Uhuru Kenyatta ha ottenuto un secondo mandato con il 54,3% dei voti. Il suo principale avversario Raila Odinga, che fin dall'inizio aveva denunciato una frode informatica in seno alla commissione elettorale, ha respinto il risultato. Tuttavia gli osservatori internazionali hanno assicurato che il voto si è svolto in maniera credibile con poche irregolarità.
Gli scontri più violenti si sono avuti proprio nei quartieri periferici della capitale, Mathara e Kibera, e nella città di Kisumu, tutte roccaforti dell'opposizione. La polizia è intervenuta con molta decisione, usando gas lacrimogeni e manganelli e sparando anche ad altezza d'uomo. Anche quattro giornalisti ne hanno fatto le spese, picchiati e costretti a consegnare le loro attrezzature.
Secondo il governo la situazione nel Paese è generalmente sotto controllo e gli interventi della polizia sono stati compiuti contro «criminali e teppisti e per impedire saccheggi». Finora l'opposizione ha denunciato brogli ma non ha chiesto alla popolazione di scendere in piazza e non sembra abbia intenzione di fare ricorso alla Corte suprema come inutilmente aveva fatto nel 2013. Inoltre la notte scorsa Kenyatta, figlio del primo presidente dall'indipendenza dalla Gran Bretagna, ha mandato all'opposizione un messaggio di distensione parlando di «mano tesa con amicizia e collaborazione» e ha invitato tutti a «lavorare insieme per far diventare grande il Paese».
La situazione viene monitorata con attenzione dalla comunità internazionale che spera, come la maggior parte dei kenyani, in una stabilità a lungo termine per realizzare le molte promesse di una crescita economica che finalmente demolisca tre «storiche» piaghe, le divisioni interetniche, la corruzione e la povertà. Dal canto loro, organizzazioni umanitarie come Human Rights Watch si sono rivolte direttamente alla polizia chiedendo che si impegni «per far diminuire e non aumentare la violenza».
Nel 2007, in seguito ad altre elezioni contestate in cui fu sconfitto Odinga, vi furono 1200 morti e 600mila sfollati in scontri etnici post elettorali.

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