Pensioni, i dipendenti della Camera versano 1 euro e ne ricevono 4

Venerdì 6 Maggio 2016 di Diodato Pirone
Pensioni, i dipendenti della Camera versano 1 euro e ne ricevono 4
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L’Inps del professor Tito Boeri ha diffuso nei mesi scorsi i conti previdenziali dettagliati di molte categorie mettendo a fuoco su internet, con i dossier pubblicati nel capitolo “Porte aperte”, privilegi e storture di ogni genere e di moltissime categorie.

Tuttavia le pensioni di una nicchia di lavoratori molto particolare sembrano essere sfuggite alle occhiute e documentatissime analisi degli esperti dell’Inps: quelle dei circa 2.300 dipendenti di Camera e Senato.
Si perché, almeno a giudicare dai bilanci delle due Istituzioni, questo pugno di lavoratori italiani (gli occupati nel nostro Paese sono oltre 22,5 milioni) gode di un trattamento davvero particolare, un trattamento persino migliore di quello che il professor Boeri ha definito ”insostenibile” riferendosi ai vitalizi dei politici.

Per capirlo basta fare due conti sulla punta del naso: gli ex dipendenti della Camera assorbiranno nel 2016 la bellezza di 270 milioni di euro ma verseranno sotto forma di contributi meno di una settantina di milioni. In altre parole la loro magica formula previdenziale è: versi uno e prendi quattro. Euro, ovviamente.

 

ROSSO SENZA PARI
Il passivo annuo complessivo di 200 milioni di euro (che suddiviso per i circa 1.500 dipendenti di Montecitorio raggiunge la siderale cifra media di 133.000 euro a persona) viene pagato non dall’Inps ma direttamente da Montecitorio che riceve questi soldi dal Tesoro sulla base del principio dell’autodichìa, ovvero della totale autonomia delle istituzioni costituzionali.

Fatto sta che sia alla Camera che al Senato la voce delle pensioni dei dipendenti sta letteralmente mettendo a soqquadro i rispettivi bilanci. La Camera segnala di aver pagato per i suoi pensionati non politici 257 milioni nel 2015 e di prevedere uscite per 270 milioni nel 2016 e di ben 283 milioni nel 2017. Il Senato è passato dai 120 milioni del 2014 ai 143 milioni del 2015. Per entrambe le istituzioni la previdenza dei soli dipendenti assorbe quasi il 30% di tutte le risorse disponibili.

Risorse che, dopo tanti anni di fallimenti, finalmente stanno diminuendo. La Camera ad esempio quest’anno risparmierà una cinquantina di milioni soprattutto per i tagli agli affitti e agli stipendi dei lavoratori attivi.
Già perché l’autodichìa non ha impedito alle presidenze delle due Camere di sforbiciare - sia pure solo fino alla fine del 2017 - le retribuzioni dei loro 2.300 dipendenti sia pure senza rispettare il tetto di 240.000 euro annui lordi che vale per tutti i dipendenti statali “normali”.

La spesa per gli stipendi dei lavoratori della Camera dovrebbe scendere secondo questa scaletta: 195 milioni nel 2015; 187 milioni quest’anno e 179 milioni per il 2017. Paradossalmente proprio questo calo aumenta il già pantagruelico deficit pensionistico delle Camere perché per risparmiare non si fanno assunzioni e i contributi dei dipendenti diminuiscono in proporzione alle retribuzioni ma contemporaneamente non solo i pensionati continuano a crescere ma giungono a maturazione pensioni robustisime spesso superiori ai 100 mila euro lordi annui.
 
Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 18:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA