Zonin pronto a parlare con i pm

Martedì 21 Marzo 2017
Zonin pronto a parlare con i pm
Mentre l'offerta di transazione ai 169mila soci è alle battute finali (il termine è domani, ma potrebbe slittare di qualche giorno) torna in scena Gianni Zonin. L'ex presidente di Popolare Vicenza dopo due appuntamenti andati a vuoto per motivi di salute, domani dovrebbe incontrare Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, i sostituti procuratori che stanno conducendo l'indagine sul crac della banca veneta. Zonin è uno dei 9 indagati (più l'istituto di credito) nell'inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza partita due anni fa. L'ex presidente, dimessosi dalla guida della Popolare il 23 novembre del 2015, dopo 19 anni, è pronto ad affrontare i magistrati coordinati dal capo della Procura Antonino Cappelleri e a dire la sua dopo le accuse piovute in questi mesi e culminate anche con l'azione di responsabilità proposta dall'attuale cda presieduto da Gianni Mion e approvata dai soci della sua ex banca in assemblea.
La causa che sta preparando l'avvocato Carlo Pavesi non è ancora partita ufficialmente ma Zonin ha già risposto con una contro denuncia al Tribunale di Venezia nella quale contestava tutte le accuse nei suoi confronti affermando che era un presidente senza deleghe operative e che i guai della banca berica erano dovuti in primo luogo al cambio delle regole di gestione in Italia e in Europa, prima fra tutte la trasformazione in spa, piovute in mezzo a una tempesta economica pesantissima. Con i magistrati che stanno portando avanti l'inchiesta però sarebbe pronto anche a entrare nei particolari della gestione della banca e nei rapporti con i suoi manager, a partire dall'ex consigliere delegato Samuele Sorato, indagato con lui e con altri due top manager dell'istituto come Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta. Potrebbe essere la tanto attesa svolta di un'inchiesta che fino a oggi non ha partorito quei sequestri che erano stati ventilati mesi fa dalla stessa procura. Nel frattempo le indagini della Guardia di Finanza proseguono. Il tempo però stringe, l'inchiesta deve essere chiusa entro l'estate e i 118mila soci che si sono visti azzerare il valore delle loro azioni che fino a due anni fa valevano 62,5 euro chiedono giustizia.
Per ora l'unica contropartita per loro è l'offerta di transazione lanciata dalla Popolare Vicenza e dalla gemella Veneto Banca: 9 euro di rimborso per le azioni acquistate dal 2007 al 2016 (il 15% del valore d'acquisto per i titoli di Montebelluna). Il termine ultimo per aderire è ancora fissato per domani 22 marzo, ma potrebbe slittare di qualche giorno (a venerdì o a lunedì prossimo) perché negli ultimi giorni c'è stata una corsa alle adesioni: solo sabato in Popolare di Vicenza avrebbero firmato l'accordo circa il 2,5% degli azionisti. Ed è di ieri l'adesione di un altro grande socio della ex banca di Zonin, cioè la Fondazione Cariprato, secondo azionista più grande tra quelli inclusi nel perimetro della transazione dopo la Roi. L'ente toscano incasserà circa 3,2 milioni di euro dopo aver svalutato per 21,4 milioni il suo pacchetto di 354 mila azioni.
L'obiettivo finale della transazione è di arrivare all'80% dei vecchi soci e del capitale delle due banche. A oggi si sarebbe sopra il 60% e si conta di chiudere entro domani al 65%. Con una proroga si potrebbe toccare quel 70% che fin dall'inizio era stato definito l'obiettivo plausibile della transazione, cioè la firma di circa 135mila soci dei due istituti, più degli abitanti di Rovigo e Treviso messi assieme.
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