Un'azienda su due non entra nell'Industria 4.0

Giovedì 6 Luglio 2017
VENEZIA Nell'estate del 2016 l'allora premier Matteo Renzi e il tuttora ministro (allo Sviluppo Economico) Carlo Calenda presentavano il piano Industria 4.0. A quasi un anno di distanza, cosa pensano le aziende di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di quel programma, dedicato a chi vuole «cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale»? A porre la domanda, e a provare a dare una risposta, è l'indagine di Fondazione Nord Est, condotta attraverso le valutazioni di 619 imprenditori.
Il primo dato che emerge dall'opinion panel è che quasi la metà delle imprese (46,3%) ha già approfittato degli incentivi previsti (15,3%) o intende farlo entro la scadenza (31%). Questo però significa che oltre la metà delle ditte (53,6%) non intende aderire all'operazione, nel 38% dei casi perché «le tecnologie non interessano» il loro business, nel 15,4% in quanto non hanno «i mezzi finanziari per affrontare gli investimenti», nel 19% perché non conoscevano questa possibilità, nell'11,4% poiché ritengono la legge «troppo complicata».
Le aziende che invece ci credono hanno fruito soprattutto dell'iperammortamento (72,1%, che sale al 79,6% in caso di 50 e più addetti), ma anche della nuova Sabatini per la facilitazione del credito all'innovazione (46%) e del credito d'imposta in ricerca e sviluppo (38%). Gli investimenti hanno riguardato in particolare i robot (35,3%), le stampanti 3D (26,6%) e la simulazione tra macchine interconnesse (22,7%). Più di un terzo degli intervistati (36,4%) ritiene «condivisibile» lo sforzo delle Università di associarsi per costituire un competence center e oltre quattro quinti del campione (84,4%) reputano «decisiva» o «importante» la riqualificazione dei lavoratori. «Le imprese nordestine commenta il presidente Francesco Peghin stanno ricominciando ad investire per modernizzare le proprie produzioni. Questo sta cominciando a creare un volano positivo per l'economia, che probabilmente sarà più forte nella seconda parte dell'anno. Per essere competitivi e vincenti sarà decisivo l'aggiornamento del capitale umano e il rapporto impresa-Università».
A.Pe.
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