Truffe criptate a Wall street

Martedì 22 Agosto 2017
Truffe criptate a Wall street
L'FBI lancia un allarme: i pirati della borsa hanno trovato nei sistemi di comunicazione «person to person» come WhatsApp e Istagram un nuovo strumento per mettere a segno vecchi crimini. Riciclaggio di denaro, insider trading e frodi sono oggi consumate sulle tastiere di portatili e telefonini, con il vantaggio di vedere scomparire nella maggior parte dei casi le comunicazioni incriminanti, pochi secondi dopo che sono state ricevute e lette dalle persone alle quali sono dirette. La prova è emersa a New York nel corso di un processo contro un ex dipendente della Bank of America, il quale ha ammesso di aver utilizzato messaggi auto-distruttivi per comunicare ad alcuni suoi clienti informazioni riservate sull'acquisizione di aziende. Queste informazioni hanno permesso agli investitori di piazzare commesse vincenti e criminali sul mercato azionario. Un caso simile si era già avuto in Gran Bretagna, dove la Financial Conduct Authority ha comminato una sanzione da 37.198 sterline a un banchiere di Jeffries per aver condiviso informazioni confidenziali su WhatsApp. Le nuove piattaforme telematiche forniscono uno strumento ideale per i crimini dei colletti bianchi, e hanno il vantaggio di non poter essere rilevate successivamente nelle loro forma documentale durante un'inchiesta. Solo l'ammissione di colpa di chi le ha usate ha permesso agli investigatori dei due paesi di risalire alle dinamiche che avevano generato gli arricchimenti illeciti. Secondo l'Fbi i trader criminali stanno migrando in massa dalle tradizionali chat room di Bloomberg e di altri siti finanziari nei quali si discuteva fino ad ieri alla luce del sole, in direzione dei forum su Facebook e su altri social media, che in passato non erano mai stati usati per il loro lavoro. Le prime avvisaglie della nuova tendenza erano emerse quando si scoprì l'uso dei cellulari pre-pagati negli eclatanti casi di insider trading del famoso giocatore d'azzardo Billy Walters e di Tom Davis, l'ex presidente di Dean Foods. Telefonini che distruggono la propria identità una volta esaurito il credito, e che quindi non possono essere usati per rintracciare chi li ha usati. Le più recenti conclusioni cui sono giunti in aula i giudici confermano che il fenomeno è ben più ampio, e anche più difficile da combattere. Le piattaforme di messaggi criptati rappresentano infatti un nuovo grattacapo anche le banche: le chat si sottraggono anche a qualsiasi tipo di monitoraggio interno, rendendo difficile per gli istituti individuare eventuali problemi. Il timore per gli istituti finanziari è quello di essere coinvolti e infine multati dalle autorità di regolamentazione, senza aver coscienza di quanto è avvenuto. A complicare la situazione c'è la resistenza opposta dalle aziende di Silicon Valley che forniscono la tecnologia necessaria per queste nuove forme di truffa, e che da sole detengono i dati relativi alle utenze. Le aziende di IT difendono il principio assoluto del diritto alla segretezza e alla privacy, specialmente quando questo è incorporato in alcuni sistemi di comunicazione specialmente disegnati per provvederla. Gli investitori e i regolamentatori della borsa hanno l'interesse opposto: un accesso diretto all'identità degli utenti, quando sospettano che abbiano usato tali privilegi per perseguire fini criminali. Questa contrapposizione è già ben nota agli operatori di giustizia che indagano su questioni di terrorismo, e un braccio di ferro è già in atto in questo campo tra Washington e Silicon Valley. Dal 2012 anche una società come la Goldman Sachs ha iniziato a interessarsi al lavoro degli analisti che cercano di rompere il muro di gomma e identificare chi bara.
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