Slot machine, tagli entro l'anno In soffitta gli studi di settore

Mercoledì 24 Maggio 2017
Il numero dello slot machines in Italia dovrà essere ridotto del 15% già dalla fine di quest'anno. Un emendamento del governo al decreto manovrina, presentato ieri in commissione Bilancio della Camera, cerca di accelerare i tempi del piano che prevedeva originariamente un taglio del 30% entro la fine del 2019. Ora questa scadenza sarebbe anticipata al 30 aprile 2018, con un passaggio intermedio da realizzare appunto entro l'anno. Ma la spinta che il governo tenta di imprimere per via legislativa arriva proprio mentre sembra impantanata la trattativa con le Regioni, che sulla carta dovrebbe portare ad una revisione dell'intero sistema dei giochi. Proprio ieri la Lombardia ha scritto al sottosegretario Baretta per rivendicare agli enti territoriali la possibilità di muoversi autonomamente, e chiedere al governo di rivedere, portandola a 500 metri dai 300 ipotizzati, la distanza minima delle macchinette da vari luoghi sensibili. Complessivamente dalle 400 mila slot machines attualmente presenti si dovrebbe passare a 345 mila alla fine dell'anno e a 265 mila con una riduzione percentuale del 34%.
L'emendamento del governo deve comunque essere ancora votato. Hanno già passato il vaglio della commissione altre proposte di modifica al testo originario del decreto. Una riguarda l'annunciata rottamazione delle liti fiscali, ovvero la possibilità per i contribuenti che hanno un in piedi contenzioso con il fisco di mettersi in regola rinunciando al procedimento e risparmiano sulla somma complessivamente dovuta tra imposte originarie e sanzioni. Le novità sono in realtà due: da una parte si sposta in avanti dal 31 dicembre 2016 alla data di entrata in vigore del decreto legge (lo scorso 24 aprile) la data limite entro la quale chi ha fatto ricorso deve essersi costituito in giudizio, perché il procedimento sia incluso tra quelli da rottamare; dall'altra la gamma dei tributi che possono essere oggetto di definizione si allarga a quelli locali. Un altro emendamento approvato riguarda - sempre in campo fiscale - il superamento del meccanismo degli studi di settore che sostanzialmente era stato già deciso in via amministrativa. I vecchi studi, che prevedono una sorta di soglia minima di ricavi a cui le aziende si devono adeguare, saranno sostituiti da indici di affidabilità, in pratica una sorta di pagella con voto da uno a dieci.
Infine una ulteriore correzione riguarda le sanzioni della voluntary disclosure, l'operazione di rientro dei capitali dall'estero: vengono sensibilmente alleggerite nel caso in cui i dovuti versamenti risultino incompleti. Mentre procedono le votazioni restano però da sciogliere alcuni significativi nodi tecnico-politici, a partire da quello dell'eventuale sostituzione con altri strumenti dei voucher, i buoni per il lavoro occasionale cancellati dal governo per evitare il referendum della Cgil.
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