Save: azioni e polemiche Atlantia sale, Marchi accusa

Giovedì 1 Dicembre 2016
Save: azioni e polemiche Atlantia sale, Marchi accusa
VENEZIA - Movimenti azionari e polemiche intorno a Save, la società guidata da Enrico Marchi che controlla l'aeroporto di Venezia. Atlantia, holding delle infrastrutture del gruppo Benetton ha incrementato la propria partecipazione portandola al 22,1%. L'operazione è avvenuta attraverso l'acquisto dello 0,8 per cento messo in vendita dalla Fondazione Venezia, che ha visto quindi scendere la sua partecipazione in Save all'1,53 per cento. La cessione, per un controvalore di 6,75 milioni di euro (e con una plusvalenza di 3,2 milioni per la Fondazione), è avvenuta a un prezzo di 15,25 euro per azione, circa un euro e mezzo in meno rispetto alla quotazione di Borsa di Save degli ultimi giorni. E proprio su questo punto si innesta la polemica. Perchè Enrico Marchi ieri, precisando di non parlare a nome di Save ma a titolo personale, si è detto «sorpreso e dispiaciuto, perchè a Fondazione di Venezia avevo proposto un acquisto a prezzo di mercato (tra i 16,5 e i 17 euro, ndr) mentre loro hanno venduto a 15,25 euro». Affermazione che che lascia spazio a dubbi e sospetti.
In ogni caso l'accordo sottoscritto tra Fondazione Venezia e Atlantia prevede però un meccanismo di integrazione parziale del prezzo qualora, entro tre anni, venisse promossa un'offerta pubblica di acquisto e scambio (un'Opa) sul titolo Save a un prezzo superiore a quello oggi pagato. Naturalmente Atlantia ha precisato di «non essere a conoscenza» di alcuna operazione di tal genere, ma l'esplicito riferimento all'Opa è indicativo del clima e delle incertezze che aleggiano intorno a Save, su cui grava la pesante posizione debitoria del partner storico di Marchi, Andre De Vido, travolto da oltre un centinaio di milioni di debiti, frutto di operazioni finanziarie sbagliate. Proprio Atlantia è la principale indiziata per una possibile Opa, anche se la società gruppo Benetton ha sempre dichiarato di considerare l'investimento in Save un'operazione finanziaria.
Fondazione di Venezia, dal canto suo, ha giustificato la cessione come un naturale passaggio della sua strategia di diversificazione. «La scelta si inserisce nel percorso avviato di complessiva riorganizzazione della nostra progettualità», ha spiegato il presidente Giampietro Brunello. «Stiamo operando per ottenere risorse che consentano alla Fondazione una maggiore presenza sul territorio con investimenti in progetti finalizzati a favorirne lo sviluppo sociale ed economico». Fondazione di Venezia è impegnata nella realizzazione a Mestre del Museo M9, un intervento oneroso dal punto di vista finanziario e da tempo al centro di molte polemiche.
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