Popolari venete, palla a Bruxelles

Martedì 28 Marzo 2017
Popolari venete, palla a Bruxelles
FRANCOFORTE - Montepaschi passa gli esami. Le due popolari venete, invece, sono ancora in mezzo al guado. È questa la riposta offerta ieri da Danièle Nouy, presidente del consiglio di sorveglianza della Bce: «È evidente che Mps è una banca solvibile perché altrimenti non saremmo qui a parlare di una ricapitalizzazione cautelativa». La Nouy parlava nel corso di una conferenza stampa a Francoforte. «Il giudizio sulla solvibilità è il punto di partenza di una ricapitalizzazione cautelativa, dunque è qualcosa che è già stato fatto».
Più complessa la situazione per le popolari venete. «Abbiamo già condiviso le informazioni con la Commissione europea. La palla è nelle mani di Bruxelles. Non è un segreto il fatto che abbiano chiesto una ricapitalizzazione precauzionale. Ci stiamo scambiando le informazioni e il piano include la possibilità di una fusione», ha spiegato. A questo proposto «c'è un piano che andrà discusso con la Commissione, che è un attore in questo piano» e che «potrebbe includere investitori privati». La sola cosa «che bisogna tenere in mente - ha aggiunto Nouy - è che quando consideriamo il possibile fallimento di una banca le cose diventano estremamente rigorose sul piano legale, perché, evidentemente, si tratta di decisioni che vengono sempre attaccate nei tribunali, come è assolutamente normale, perché ci sono persone che subiscono perdite importanti».
Su tutto, ha proseguito Nouy, «dobbiamo fare in modo che i piccoli risparmiatori non detengano in modo diretto e senza alcuna diversificazione questo tipo di strumenti dal momento che c'è stata una vendita impropria, un misselling come diciamo in gergo». Dopo che la banca fa richiesta di ricapitalizzazione precauzionale e il governo la ritrasmette, spetta alla Commissione Europea, ha aggiunto, «decidere se la ricapitalizzazione precauzionale è possibile». Per la Nouy, comunque, il sistema binario che governa questi processi, con competenze diverse tra Bce e Commissione, funziona a dovere: «Noi - ha detto - siamo un'istituzione europea, che lavora con un'altra istituzione europea, la Commissione. Quindi apriamo il libro, rispondiamo a tutte le domande che riceviamo dalla Commissione, a volte durante scambi bilaterali, rapidi, dando delle cifre e facendo dei calcoli, altre volte rispondendo in modo molto formale a delle lettere. Credo che il sistema funzioni bene, nel quadro delle procedure, e che ciascuno si prende le sue responsabilità». Dunque, «sono decisioni delicate e noi, dobbiamo essere molto prudenti e fare le cose correttamente». Il sistema soffre ancora per i prestiti che faticano a rientrare.
«Uno dei temi più rilevanti di cui ci siamo occupati nel 2016 è quello dei crediti deteriorati (non-performing loans), che rimarranno una priorità fondamentale ancora per qualche tempo». Al momento, una novità positiva è che gli Npl nell'area dell'euro hanno raggiunto 921 miliardi di euro, diminuendo di 54 miliardi tra il terzo trimestre del 2015 e il terzo trimestre del 2016. La loro incidenza si è pertanto ridotta dal 7,3% al 6,5%. «Le banche e le autorità di vigilanza non sono gli unici attori chiamati a intervenire», ha detto la Nouy, poichè «in alcuni Paesi, il quadro normativo e giudiziario ostacola la risoluzione del problema». Per l'attività bancaria, oltre alla stabilità, è importante la redditività secondo la Nouy: «I profitti costituiscono un punto debole delle banche dell'area dell'euro, molte delle quali non riescono a coprire il costo del capitale».
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