MILANO - Con il cda di fine anno, Mps ha fatto il punto su una situazione fluida, con più incognite che certezze. Il board si è riunito a Siena, anche se la gran parte dei consiglieri era in conference call, per studiare i dettagli dell'emissione di 15 miliardi di bond che nel 2017 permetterà a Rocca Salimbeni di tornare ai livelli di liquidità di fine 2015. Lo sblocco della situazione è arrivato con il via libera dell'Ue alla garanzia di Stato sulle nuove passività. L'emissione dei bond garantirà a Mps il rafforzamento immediato della cassa, che permetterà alla banca di onorare i propri debiti nonostante il calo di liquidità. Ma è solo il primo degli appuntamenti in programma nel 2017. L'altro è il nuovo piano industriale. Il Governo diventerà azionista della banca al 70%, con un investimento da 6,6 miliardi. Qualche spunto sulle prossime mosse di Mps lo ha dato il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta. Non è detto che la ricapitalizzazione salga da 5 a 8,8 miliardi, come ha chiesto la Bce facendo infuriare il Governo. «Confidiamo che il negoziato» con le autorità europee «duri meno di due mesi», ha detto Baretta, e «porti a una riduzione sensibile» della cifra. Sui tagli Baretta è prudente: «Le 500 filiali in meno e i 2.900 esuberi» previsti dal piano industriale di ottobre «potrebbero essere confermati».
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