La Ue approva lo stop ai pagamenti per il bond da nominali 150 milioni di Veneto

Domenica 18 Giugno 2017
La Ue approva lo stop ai pagamenti per il bond da nominali 150 milioni di Veneto Banca e ribadisce che lavora in stretto contatto con le autorità italiane nel salvataggio delle banche venete. Che ora vede scendere in campo Rothschild. Già nel 2015 Veneto Banca (presidenza Favotto) gli affidò il compito di trovare alleati. Oggi è il governo che chiede il suo aiuto per formare la cordata di privati che dovranno affiancare lo Stato nella ricapitalizzazione per almeno 1,2 miliardi che dovrà decollare entro una settimana. In prima fila ci sono sempre Banca Intesa e Unicredit, che chiedono un intervento di sistema e garanzie precise: non vogliono finire in un'altra Alitalia.
L'Europa ha promosso il decreto con cui il governo, attraverso una norma applicabile alle banche che chiedono aiuti di Stato come le due venete, ha congelato per sei mesi il rimborso del bond subordinato di Veneto Banca da 150 milioni. Si tratta di una decisione che «può contribuire a ridurre» l'importo degli aiuti pubblici, ha commentato la Commissione Ue in una nota. Ribadendo che sul caso di Veneto Banca e Popolare di Vicenza le autorità italiane ed europee lavorano «in stretto contatto» e che sono stati fatti «buoni progressi» per una soluzione «in linea con le regole Ue». Ma servono 1,2 miliardi dai privati. Il Tesoro ha chiamato Rothschild in qualità di advisor per contattare banche e investitori, per i quali è a disposizione una data room per ricostruire la situazione delle due banche, piegate da mesi di incertezza. Il governo rimane ottimista: l'operazione di salvataggio, che non prevede il ricorso al bail in, arriverà «a breve», la promessa del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Però il tempo stringe. Si vuole chiudere entro una settimana. L'ipotesi che sia Intesa a farsi carico di tutto l'intervento privato è stata definita «priva di fondamento» da un portavoce della banca con base a Milano. E anche Unicredit ha circoscritto la sua disponibilità. L'acquisto diretto delle due venete con operazione modello Banco Popular rimane il piano B per il governo, con Intesa che potrebbe prendere tutto o solo Veneto Banca. Per ora insieme ai due big disposti a valutare un contributo ci sono solo Mediolanum, Unipol, Iccrea e Poste. Impraticabile, invece, un contributo di Cassa Depositi e Presti, sarebbe intervento di Stato. E il governo è già pronto a mettere 4-5 miliardi per salvare banche importanti non solo per il Nordest: insieme sono l'ottavo istituto di credito italiano con oltre 30 miliardi di impieghi e più di 10mila addetti. La prima opzione, salvataggio pubblico, rimane la più gettonata. Il premio per le banche della cordata dei salvatori sarebbe quello di poter gestire dall'interno eventuali cessioni di asset. Soci disagiati, Patrizio Miatello dell'associazione Ezzelino III da Onara chiede la proroga dell'iniziativa di rimborso causa difficoltà sui modelli Isee. Per BpVi il termine è il 7 luglio. Veneto Banca ha due scadenze: fine giugno e fine luglio.
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