La scure della Ue anche su Mps

Giovedì 6 Luglio 2017
ROMA - (r.dim) La nuova vita del Montepaschi pubblico, rilanciato dalla ricapitalizzazione precauzionale da 8,1 miliardi, passa attraverso una cura dimagrante al 2021 di 5.500 dipendenti in uscita, dei quali 4.800 con il fondo esuberi, 450 con la vendita di attività estere, 750 rientranti nel turnover; la chiusura di 600 filiali che riducono la rete a 1.400 sportelli, il ridimensionamento delle strutture di governo commerciale (Aree Territoriali e Direzioni Territoriali Mercato) e la rifondazione del modello di business. «È una svolta importante, una pietra miliare che mira a ripristinare un percorso di crescita per Mps», ha detto l'ad Marco Morelli ieri a Milano presentando al mercato il nuovo piano di ristrutturazione approvato il giorno prima dalla Commissione Ue che ha messo il bollino sugli aiuti di Stato per 5,4 miliardi da parte del Mef e al burden sharing per 4,3 miliardi, in un'operazione dove è previsto il rimborso degli obbligazionisti retail per 1,5 miliardi.
Si ricordi che è la terza svolta per Siena, dopo i Tremonti bond e la bocciatura agli stress test. «Abbiamo vissuto in una specie di pronto soccorso che ha dovuto affrontare emergenze ogni cinque minuti». Con questa manovra di efficientamento, la banca conta di raggiungere un utile netto al 2021 superiore a 1,2 miliardi, con un roe pari al 10,7%. Un perno del piano è la dismissione degli npl al 31 dicembre 2016 per 28,6 miliardi lordi con un ruolo-chiave di Atlante, che acquisterà il 95% delle tranches equity e mezzanine della cartolarizzazione per 1,6 miliardi (la senior per 3,3 verrà collocata sul mercato con la gacs) più altri 2,5 miliardi fuori.
Quaestio, gestore di Atlante, ha anche siglato una partnership strategica di special servicing con la Cerved sulla piattaforma Juliet nell'ambito della gestione dei crediti deteriorati. Il piano poggia su quattro pilastri. La focalizzazione sulla clientela retail e small business «grazie ad un nuovo modello di business semplificato e altamente digitalizzato», come si legge in una nota del gruppo. «Focus sull'efficienza», che promette di portare a un target di cost/income ratio inferiore al 51% nel 2021 e ad una riallocazione alle attività commerciali delle risorse impegnate in attività amministrative per un risparmio di 1,5 miliardi; gestione del rischio di credito radicalmente migliorata, con una nuova struttura organizzativa del chief lending officer che consentirà di rafforzare i processi di presidio; infine rafforzamento patrimoniale con un Cet1 maggiore del 14% e di liquidità. La manovra rispecchia l'indicazione ricevuta dalla Bce il 19 giugno di mantenere uno srep (indice patrimoniale rispetto ai rischi) dell'11% dal 2018. Dal prossimo anno l'indice principale Cet 1 sarà del 9,44%. La Ue ha imposto un tetto alle remunerazioni del top management e finché ci sono gli aiuti di Stato è vietato dare dividendi. «Il mio stipendio massimo sarà di 466 mila euro lordi con una riduzione del 70%» ha detto Morelli, «sul fatto che in un piano pluriennale di ristrutturazione non esista una forma di incentivazione per manager e dipendenti io ho la mia opinione, ma accetto». «Positivo l'intervento dello Stato perché ha evitato il peggio», commenta Lando Sileoni, leader Fabi. Morelli ha annunciato il ritorno in Borsa in autunno, spiegando che «un giudizio sulla regolamentazione dell'Unione europea sulle banche è prematuro», ma «la nostra esperienza è tale che possiamo dire che il processo è molto articolato e pesante, con molti interlocutori diversi con ambiti e spazi di competenza molto ampi e diversi».
Grazie a un investimento complessivo da 5,4 miliardi, entro la fine del mese il Tesoro sarà primo azionista della banca. Oltre al ministero, che dovrà dismettere la sua quota prima del 2021, «una presenza importante» l'avrà Generali, titolare di subordinati per 400 milioni, che verranno convertiti in azioni.

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