Draghi: anche l'Italia fa poco per i giovani

Sabato 23 Settembre 2017
I giovani? Sono il «futuro della nostra democrazia» colpiti più di tutti dalla crisi. Spesso «traditi» da governi che «saprebbero cosa fare» per dare una chance ai loro sogni, ma non lo fanno. Invece «dovrebbero farlo». Mario Draghi (in foto) torna sulla nota dolente della disoccupazione giovanile a due cifre in parte d'Europa, delle politiche economiche e fiscali che spesso scaricano sui giovani, politicamente meno attrezzati, i costi creati dai meno giovani. Il presidente della Bce si rivolge poi ai Paesi, Italia inclusa, in cui i giovani hanno poco peso politico. «La segmentazione del mercato e una scarsa formazione sono tra i motivi dell'elevata disoccupazione giovanile persistente in Paesi come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo». Dal Trinity College di Dublino, Draghi invita poi i giovani alla mobilità. «Rimanete curiosi, non smarrite mai il coraggio». Certo, «in alcuni Paesi sono stati fatti passi avanti per ridurre la disoccupazione giovanile». Ma rimane al 19%, quattro punti in più che dieci anni fa. Non solo: il 17% dei giovani fra i 20 e i 24 anni ha perso la speranza, e spetta ai governi dare una risposta. «Non con sussidi, però».
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