Costretto a cedere o a scendere in Telecom

Giovedì 20 Aprile 2017
MILANO - Nell'intero 2016 Mediaset ha registrato una perdita di 294,5 milioni dopo aver segnato un rosso di 116 milioni nei primi nove mesi dell'anno, con ricavi in leggera crescita a 3,667 miliardi. La perdita 2016, attribuita alla vicenda Premium (dalla quale il Biscione segna un effetto negativo di 341 milioni), supera i 287 milioni di rosso accusati nel 2012 per le svalutazioni sulla crisi finanziaria, mentre nel 2015 Mediaset aveva segnato un utile di 4 milioni, nel 2014 di 23 e nel 2013 di 9 milioni.
In particolare nella vicenda Premium, spiega Mediaset, «sono stati sostenuti oneri straordinari una tantum - derivanti dagli impegni assunti in seguito alla firma del contratto con Vivendi e dalle necessarie svalutazioni successive - pari a 269,3 milioni a livello di Ebit. A questa voce si aggiungono le passività legate all'imprevista permanenza delle attività pay nel perimetro aziendale anche per il quarto trimestre 2016. Attività che - anche a causa dello stallo operativo subito da aprile ad ottobre 2016 - ha generato una perdita supplementare pari a 72 milioni. La somma di queste poste non ricorrenti imputabili alle infrazioni di Vivendi porta gli oneri straordinari a un totale di 341,3 milioni», afferma il Biscione.
I ricavi netti ammontano a 3.667 milioni in aumento rispetto ai 3.524 milioni del 2015. In particolare i ricavi in Italia sono cresciuti a 2.676 milioni rispetto ai 2.554 milioni dell'anno precedente (+4,8%) mentre in Spagna sono a 992 milioni rispetto ai 972 milioni del 2015 (+2,1%). Positivo in entrambi i Paesi anche l'andamento della raccolta pubblicitaria: in Spagna i ricavi pubblicitari lordi si sono attestati a 963 milioni rispetto ai 933 milioni dell'esercizio precedente mentre in Italia «malgrado i competitor abbiano trasmesso i grandi eventi sportivi internazionali nel corso dei mesi estivi» i ricavi pubblicitari televisivi lordi sono cresciuti a 2.058 milioni rispetto ai 2.002 milioni del 2015 (+2,8%). Mediaset segnala «che la crescita dei ricavi Premium è proceduta con buon ritmo (+16,7%) nei primi sei mesi dell'esercizio per poi rallentare nel secondo semestre caratterizzato dalle turbolenze provocate da Vivendi.
Il gruppo francese, peraltro, martedì ha dovuto incassare l'aut aut dell'Agcom: ha un anno di tempo per rimuovere la posizione vietata dopo l'esposto di Mediaset sulla scalata dei francesi al Biscione e il contemporaneo controllo di fatto di Telecom. Ma entro due mesi deve presentare un piano dettagliato per spiegare come intende scendere in una delle due società. Un anno è ovviamente uno spazio amplissimo per gli equilibri finanziari, una finestra che permette di trovare qualsiasi possibile accordo tra le parti, ma i due mesi posti come termine entro il quale i francesi devono presentare un piano dettagliato per ottemperare alla prescrizione senza subire sanzioni lascia meno spazio di manovra a Vivendi che difficilmente può scendere in Telecom, tra l'altro acquisita a prezzi molto maggiori rispetto alle attuali quotazioni. E i colloqui con il Biscione sarebbero già iniziati, ben prima del provvedimento Agcom, il cui dispositivo è allo studio dei legali delle parti.
«Senza la vicenda Vivendi avremmo chiuso il 2016 in pareggio. Sono evidenti gli effetti», ha commentato l'Ad Piersilvio Berlusconi. «Per noi» la soluzione «sarebbe rispetto dell'accordo e risarcimento dei danni». Il manager ha ricordato che la richiesta si aggira intorno ai due miliardi, circa 1,5 per Mediaset e 500 milioni per Fininvest. «Pensiamo che l'accordo fosse il migliore in assoluto per Mediaset e ancor di più per Vivendi, che aveva una posizione chiara, in funzione strategica, che oggi non c'è; era un accordo ottimo, riteniamo che quell'accordo debba essere rispettato e, visto il bilancio 2016, anche con un risarcimento dei danni, per adesso andiamo avanti su questa strada. Poi le strategie legali potrebbero portare a cambiamenti».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci