Banche, in 7 mesi 17.500 esuberi

Domenica 23 Luglio 2017
Banche, in 7 mesi 17.500 esuberi
Il conto della crisi e degli errori degli istituti e del governo, i lavoratori delle banche lo pagano adesso. L'esplosione delle sofferenze, la lentezza con cui la politica ha compreso la necessità di intervenire, la necessità di rinforzare il capitale sociale, in un'epoca di tassi negativi che assottigliano i margini di guadagno, costringe gli istituti a razionalizzare severamente i costi. È un'estate pesante, dal lato dell'occupazione, per il mondo bancario italiano. Nei primi sette mesi di quest'anno sono stati già definiti 17.500 esuberi.
Il dato emerge da una analisi dell'ufficio studi di First Cisl. Si tratta di «un'ecatombe occupazionale», sottolinea il segretario generale, Giulio Romani. Il costo netto stimato per il sistema bancario è superiore ai 2 miliardi, escluse le uscite di Intesa Sanpaolo sostenute da 1,2 miliardi del Governo nell'ambito del salvataggio delle banche venete. Andando nel dettaglio i numeri più rilevanti sono quelli riferiti ai gruppi bancari maggiori. Nel ripercorrere l'anno, a febbraio è stato sottoscritto in UniCredit l'intesa per le uscite di 3.900 dipendenti aprendo l'utilizzo del Fondo di solidarietà di settore fino a 54 mesi.
Nei giorni scorsi l'accordo raggiunto in Intesa Sanpaolo, nell'ambito dell'operazione di integrazione delle banche venete, ha esteso l'utilizzo del Fondo fino a 84 mesi per la prima tranche da 1.000 esuberi e a 60 mesi per le successive 3.000 uscite. Resta però l'incognita delle società rimaste fuori dal perimetro acquisito da Cà de Sass. A rischio sono 726 lavoratori a cui «serve dare urgentemente una risposta», sottolinea il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani «evitando che si ripeta quanto purtroppo già successo in altre situazioni di difficoltà irrisolte negli ultimi anni, quali Hypo Alpe Adria o le società satellite di Banca delle Marche».
Mentre il nuovo piano industriale del Monte dei Paschi prevede 5.500 esuberi, di cui si andrà a discutere a breve con il sindacato. In primavera sono stati, invece, firmati piani di uscita in Banca Marche (270 risorse), Carichieti (69) e Banca Etruria (20) propedeutici all'integrazione in Ubi. Con l'acquisizione delle tre good bank Ubi ha aggiornato il piano industriale, annunciando 1.318 nuovi esuberi, che si aggiungono ai 700 ancora da concordare come cifra residuale delle precedenti previsioni.
Il bollettino delle perdite occupazionali, stilato dall'ufficio studi di First Cisl, prende in considerazione anche l'accordo per 340 uscite sottoscritto a gennaio in Cariferrara, preliminare all'acquisizione della banca da parte di Bper.
Quanto a Carige a febbraio l'aggiornamento del piano industriale aveva individuato ulteriori 155 esuberi che andavano ad aggiungersi ai 600 già preannunciati. Ora si parla di un possibile innalzamento fino a 900 uscite.
L'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane ha, invece, firmato ad aprile un accordo per 340 uscite, altri 131 esodi sono stati concordati a maggio in CheBanca! La Popolare di Bari ha annunciato circa 500 tagli mentre si attendono novità sul fronte delle Casse di Risparmio di Rimini, San Miniato e Cesena per le quali ha manifestato interesse Cariparma Crédit Agricole: a Rimini si stimavano a inizio anno 90 esuberi, 120-140 a San Miniato.

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