Atlantia fissa il prezzo di Abertis

Mercoledì 26 Aprile 2017
Atlantia fissa il prezzo di Abertis
Quasi 15 miliardi, di cui 11 cash e quasi 4 in titoli: è questo il prezzo che Atlantia è pronta a pagare per l'Opas su Abertis e la creazione di uno dei più grandi gruppi infrastrutturali al mondo. Cifre che danno l'idea della dimensione del progetto, ma che non rappresentano l'unico elemento di trattativa. In conseguenza della valutazione, infatti, cambieranno i rapporti di forza e i pesi nella nuova compagine e da parte spagnola non si fa mistero di puntare al mantenimento di un ruolo di primo piano nel futuro organismo di controllo. Ed è questo, al momento, il punto più delicato da risolvere.
La partita economico-finanziaria, infatti, non può discostarsi di molto dalle valutazioni del mercato: al di là delle schermaglie, lo sanno sia gli spagnoli che gli uomini di Edizione Holding che seguono la trattativa. Durante tutto lo scorso inverno la quotazione di Abertis è oscillata attorno ai 13 euro, e l'offerta di 16 euro è senz'altro più vicina alla realtà rispetto a quella di 18 euro ipotizzata da fonti spagnole. I 16 euro si tradurrebbero per la holding della famiglia Benetton in una quota del 25% della nuova società, con la Caixa che detiene attualmente il controllo di Abertis che riceverebbe una quota tra il 10 e il 12% della nuova realtà.
Per arrivare a questo obbiettivo, Atlantia dovrebbe sottoscrivere un finanziamento attorno agli 11 miliardi di euro da parte di alcune banche tra le quali Credit Suisse, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Crédit Agricole, Unicredit, Bnp Paribas, Société Generale e Bank of Tokyo in grado di portare in dote un miliardo a testa. Il resto potrebbe anche venire dalla cessione, che avverrà probabilmente domani in occasione del Cda, di una quota del 10-15% di Autostrade per lìItalia che porterebbe un'incasso di 2,5 miliardi. Con l'Opas si fonderebbero due realtà che nel 2016 hanno prodotto in totale ricavi per 11 miliardi annui, con un Ebitda di 6,5 miliardi e utili netti per quasi 2 miliardi, con una somma di 30mila dipendenti. Ma per raggiungere l'obbiettivo, appunto, c'è da risolvere la questione non secondaria del vertice: gli spagnoli puntano dichiaratamente a mantenere sia la presidenza che la poltrona di Amministratore Delegato. L'offerta di Atlantia prevederebbe che per i primi anni Abertis possa restare autonoma e la Caixa, come gradito all'ad italiano Castellucci, potrebbe restare nella compagine con un 16-18% chiedendo una vicepresidenza e una cogestione sulla controllata. Ma queste sono - ovviamente - le basi di partenza della trattativa. Non sfugge a nessuno che l'elemento più importante in un simile disegno è la portata economica dello stesso e le cifre sono ormai fissate. I tempi non possono dilungarsi oltre: in una settimana Atlantia dovrebbe decidere se lanciare l'opas oppure rinviare nuovamente a tempi migliori.
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