60 milioni di debiti, 37 per pagare l'energia

Martedì 18 Luglio 2017
60 milioni di debiti, 37 per pagare l'energia
Guerrato congela i fornitori per preparare il piano di rilancio e cedere la maggioranza a nuovi investitori, in tre sarebbero in corsa. Il gruppo delle costruzioni di Rovigo ha registrato ieri in Camera di Commercio l'ammissione al pre concordato preventivo per evitare problemi. In pratica si congelano i pagamenti e soprattutto i debiti ai fornitori - circa 60 milioni, 37 dei quali con i fornitori di Energia Eni, Enel, Sorgenia - per avviare con più calma una ristrutturazione del debito da breve a medio lungo termine insieme alle quattro banche esposte per circa 3 milioni: Intesa, Unicredit, Mps, Bcc Annia. L'azienda, presieduta da Gaetano Tedeschi, fa notare che a fronte di un portafoglio ordini da 780 milioni (project financin per Consip, Centostazioni, Grandi Stazioni, ospedale Vibo Valentia) e un fatturato di circa 90 milioni, l'esposizione verso i fornitori è gestibile se fosse sistemata la questione liquidità. E il nuovo capitale dovrebbe arrivare dal prossimo aumento per il quale sarebbero in pista tre soggetti di natura industriale e finanziaria, uno dei quali tedesco.
I legali di Guerrato, Stefano Ambrosini e Maurizio Borra, depositeranno nei prossimi giorni al Tribunale di Rovigo il ricorso contenente la domanda per l'ammissione alla procedura mediante il ricorso all'ex art.161 - comma 6. L'istanza verrà presentata unitamente ai bilanci di esercizio, riservandosi di depositare in alternativa nel termine procedurale, l'accordo di ristrutturazione del debito e se necessario con intermediari finanziari e convenzione di moratoria.
L'azienda rodigina è attiva sul mercato italiano dal 1935 soprattutto nel Project Financing ospedaliero e nel Facility Management. «La partecipazione a bandi di natura prevalentemente pubblica, dai tempi di pagamento dilatati e al contempo la necessità  di rispondere con investimenti all'aumento delle commesse, hanno fatto si che negli anni si venisse a creare un disavanzo dei flussi economici. La scelta di ricorrere alle procedure previste dalla legge e attivare quindi un percorso di ristrutturazione - spiega il gruppo in una nota - nasce dalla volontà di risanare l'azienda nel proprio interesse nonché dei creditori, e mantenere il livello occupazionale di circa 400 persone».
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