Il cinema perde Squitieri il regista controcorrente

Domenica 19 Febbraio 2017
Irruento, polemico, anticonformista, appassionato, carismatico. Pasquale Squitieri, regista, sceneggiatore e, in una stagione della vita, anche politico, per oltre un venticinquennio compagno di Claudia Cardinale, se n'è andato a 78 anni. Era nato a Napoli il 27 novembre 1938 e nei mesi scorsi sembrava aver sconfitto un tumore ai polmoni. Ma una ricaduta improvvisa se l'è portato via ieri mattina all'ospedale davanti agli occhi della seconda moglie Ottavia Fusco, sposata nel 2013 dopo un decennio di convivenza, e dei tre figli Paola, Vittoria e Mario, nati dal matrimonio giovanile del regista con Silvana Filotico. L'altra figlia Claudine, 36 anni, frutto dell'unione con Claudia Cardinale, appena appresa la notizia della scomparsa del padre, da Parigi ha preso il primo aereo per Roma in compagnia della madre. Oggi, dalle 11 alle 18, all'ospedale sarà aperta la camera ardente e i funerali si terranno domani alle 15 nella Chiesa degli Artisti.
LA CARRIERA - Nella sua lunga carriera Squitieri, laureato in legge ed ex giornalista, aveva diretto più di venti film, tra cui Camorra, I guappi, Il prefetto di ferro, L'arma, Corleone, Razza selvaggia, Claretta, Il pentito, Li chiamarono...briganti, Atto di dolore, L'avvocato De Gregorio e L'ultimo Adamo, una parabola visionaria sull'intelligenza artificiale realizzata nel 2014, interpretata da Lino Capolicchio e Ottavia Fusco e, con grande dispiacere del regista, mai distribuita nelle sale. Squitieri, alfiere della narrazione popolare, aveva sempre affrontato con immediatezza espressiva, spesso sfidando le polemiche, temi impegnativi come la delinquenza, il lavoro, il fenomeno dei pentiti, Mussolini, il problema delle armi, il brigantaggio, la droga, l'immigrazione clandestina, la dittatura della tecnologia.
L'AMORE - La vita di Squitieri è stata scandita dalla sua lunga storia d'amore con la Cardinale, che nei primi anni '70 il regista strappò al produttore Cristaldi e allo star system. Anche dopo la rottura, l'attrice è rimasta sua amica e confidente nonché interprete dei suoi film. Fu Vittorio De Sica a favorire il suo esordio nel cinema producendo nel 1969 Io e Dio, che cavalcava l'onda della contestazione sessantottina.
LA POLITICA - Profondamente individualista, uomo spesso scomodo, parallelamente al cinema Squitieri aveva conosciuto una lunga stagione politica. Prima come simpatizzante di Lotta continua, poi cambiando schieramento e facendosi eleggere senatore con Alleanza Nazionale. Passato successivamente al Polo delle Libertà non riuscì a rientrare in Parlamento e si iscrisse quindi al Partito Radicale Transnazionale. «In Italia destra e sinistra non sono mai esistite, sono state due slogan», spiegava con pragmatico cinismo. Nel 2015, a causa di una vecchia condanna per peculato, risalente a quando lavorava in banca, gli venne revocato il vitalizio del Senato e il regista, già malato di tumore, reagì alla sua maniera, denunciando con irruenza le sue condizioni di salute precarie. Da anni viveva con Ottavia Fusco a Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma. «Ho l'orgoglio di aver sbattuto le porte in faccia agli arroganti», diceva. Oggi lo piangono il ministro Dario Franceschini, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l'attore Leopoldo Mastelloni, il politico Grainfranco Fini, lo scrittore Giordano Bruno Guerri. E i tantissimi che hanno apprezzato il suo cinema diretto e popolare, proprio come il suo carattere.

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