WASHINGTON - Mai come ora Donald Trump è sembrato così vicino alla Casa

Martedì 24 Maggio 2016
WASHINGTON - Mai come ora Donald Trump è sembrato così vicino alla Casa Bianca, coagulando contro ogni previsione gli umori di un'America arrabbiata, inquieta, anti-establishment. E rendendo apocalittici i timori dei suoi detrattori, dal filosofo Noam Chomsky («È questione di vita o di morte per la specie umana») al bluesman Ben Harper («Non vivrei mai negli Stati Uniti di Donald Trump, me ne andrei in Francia»).
Hillary Clinton ostenta fiducia, ma nelle ultime settimane ha visto sciogliersi come neve al sole il suo vantaggio a due cifre sul tycoon, che adesso per la prima volta l'ha superata nella maggioranza e quindi anche nella media dei sondaggi, come ha decretato il sito RealClearPolitcs. Ora il magnate ha un margine medio di +0,2%, dopo che tre su cinque delle ultime rilevazioni gli concedono qualche punto in più sull'avversaria. A peggiorare le cose è il fatto che Hillary condivide con Trump un rating sfavorevole di quasi il 60%: non era mai successo nella storia moderna delle presidenziali che due candidati avessero una immagine così negativa, secondo il Nyt.
Non solo. In tutti i sondaggi il suo rivale democratico Bernie Sanders è dato vittorioso su Trump con un ampio vantaggio, sino a 15 punti, e se il senatore del Vermont facesse il colpaccio in California il 7 giugno potrebbe davvero presentarsi alla convention di luglio come l'unico candidato che possa battere il "re del mattone" newyorkese. Infine, come se non bastasse, secondo alcuni analisti, l'Fbi starebbe chiudendo l'inchiesta sull'emailgate e potrebbe a breve interrogare l'ex segretario di Stato sull'uso del suo server privato per le comunicazioni istituzionali, con tutte le incognite del caso.
Inoltre Hillary sconta anche la concorrenza sempre più agguerrita di Sanders, mentre Trump ha già ipotecato la nomination e i repubblicani hanno cominciato a fare quadrato su di lui.
Ma i sondaggi indicano comunque una tendenza e sarebbe sciocco ignorarli. Tanto più che il senatore del Vermont sta alzando il tiro, cavalcando anche lui il sentimento anti establishment. Ieri ha attaccato anche l'amministrazione Obama e la Camera dei deputati per il piano bipartisan di salvataggio finanziario di Porto Rico, territorio non incorporato degli Usa che ha debiti per 70 miliardi di dollari: «Peggiorerà la situazione. Basta trattare Porto Rico come una colonia». Un modo per corteggiare i "latinos" in vista dei caucus locali, quei latinoamericani che faranno la differenza anche in California e che finora sono stati uno degli elettorati più fedeli dell'ex first lady.

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