«Vigiliamo ma assieme alle forze dell'ordine»

Lunedì 26 Settembre 2016
ALPAGO - (M.D.I.) «Avevamo visto giusto rispetto alla necessità di vigilare sul territorio per aiutare le Forze dell'ordine contro il problema dei furti: lo diciamo da sempre». Ad affermarlo è l'assessore regionale all'Ambiente e alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin. E non è un parere da semplice rappresentante delle istituzioni, ma da chi, il territorio alpagoto, lo vive in prima persona. Anche a livello politico, il percorso di Bottacin è partito dall'Alpago. E in particolare dal Comune di Puos, dove ha avuto una carica fino al 2009, prima di diventare presidente della Provincia di Belluno.
Assessore, la catena di effrazioni non si è ancora spezzata: siamo a livelli di emergenza?
«Ci sono stati quaranta furti in un mese: certo, questa è a tutti gli effetti un'emergenza».
Come va inquadrato tale fenomeno?
«Premesso che i Carabinieri sono ben presenti e stanno facendo un gran lavoro per presidiare la zona, il problema principale è legato alla vastità del territorio. Non è semplice monitorarlo. Tanto è vero che questi delinquenti colpiscono le case più periferiche e non le mega ville».
In effetti, in termini di refurtiva, i bottini sono sempre piuttosto ridotti.
«Quello che dispiace ulteriormente è che spesso a essere colpite sono le persone semplici o addirittura la gente anziana. I ladri prendono ciò che trovano: si mangiano perfino la torta. L'istantanea della foto-trappola non lascia spazio a interpretazioni».
Nella comunità serpeggia inevitabilmente un po' di timore. Tanto che sono sorte in maniera quasi spontanea le "Ronde pagote": è favorevole a simili iniziative?
«I cittadini si sono uniti per presidiare il territorio. E presidiare non vuol dire farsi giustizia da soli: significa offrire indicazioni utili alle autorità competenti. Collaborare in maniera concreta. Dare una mano. Per quanto mi riguarda, ho sempre sostenuto questa posizione».
Conosce i gruppi di ronde nati sul web?
«Faccio parte anch'io delle chat legate alle ronde. E posso assicurare che la presenza di cittadini e persone comuni è davvero notevole. È una catena che si è autoalimentata, da Facebook a WhatsApp».

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