«Vigileremo in Consiglio unicamente per stimolare»

Martedì 27 Giugno 2017
Tra l'analisi dell'astensionismo e la voglia di ricucire con Massaro, per ricostruire la galassia del Centrosinistra. Il Pd di Belluno studia il ballottaggio. E si propone come gruppo di supporto a Palazzo Rosso, più che di vera e propria opposizione. «Per il bene della città e dei bellunesi» dice Erika Dal Farra. «Jacopo Massaro viene riconfermato, con un aumento del consenso rispetto al primo turno, segno che i bellunesi hanno voluto dargli l'opportunità di proseguire nel governo della città - premette la segretaria provinciale del Pd e ora anche consigliere comunale a Palazzo Rosso -. Si tratta di una grande responsabilità che, da quando vige l'elezione diretta del sindaco, è stata affidata prima di lui solo a Maurizio Fistarol. Massaro dovrà farsi carico di quest'onere per i prossimi cinque anni». Poi il messaggio, chiaro e tondo: «Tenuto conto che le coalizioni di Centrosinistra vincono più facilmente solo se sono compatte, auspico nuovamente che la coalizione si ricompatti. Nel frattempo il Pd vigilerà in consiglio comunale sull'attività dell'amministrazione con una posizione che sia da stimolo e non da ostacolo». Se son rose... Quanto al dato dell'affluenza, bassissimo per Belluno, il Pd provinciale ci vede la necessità di tornare all'appartenenza politica. Al ballottaggio difatti c'erano due liste civiche. «Il dato dell'affluenza ai ballottaggi è certamente preoccupante e merita un'analisi - continua Dal Farra -. Guardando al Veneto, i ballottaggi di Padova e di Belluno rappresentano due facce della stessa medaglia. Infatti, se a Belluno il ballottaggio vede per la prima volta contrapporsi due candidati espressi da coalizioni civiche, con un'affluenza al voto tra le più basse in Italia (41,17%), a Padova lo scontro è tra Giordani e Bitonci, ma soprattutto tra Pd e Lega, con un'affluenza al 57%. Questi dati ci dicono che la scarsa affluenza non è riconducibile solo al distacco tra i cittadini e i partiti e che neppure il civismo è la panacea dei mali della politica: dove c'era una contrapposizione politica forte, come a Padova, la gente è andata a votare per scegliere».

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