Vent'anni di esperimenti per evitare caos e proteste

Giovedì 26 Maggio 2016
VENEZIA - Il primo progetto per diversificare i flussi turistici da quelli dei residenti risale ad oltre vent'anni fa, per l'esattezza al 1995. L'allora assessore Mara Rumiz studiò un piano per istituire, almeno nelle ora di punta, un vaporetto riservato ai veneziani con abbonamento o CartaVenezia. Dal primo luglio entrarono in funzione, a livello sperimentale, gli accessi separati, con precedenza per i "locali", sugli approdi della linea 82 di Piazzale Roma e Rialto, due delle fermate più affollate. Ma la cosa durò ben poco.
Un anno più tardi, nel 1996, fu il presidente Actv, Renzo Brunetti, a inventarsi l'idea del "vaporetto intelligente" e commissionò uno studio per cercare di ottimizzare il servizio prevedendo la salita a bordo dei battelli di un numero limitato di passeggeri, per evitare l'"effetto sardina". Il progetto rimase però sulla carta, poiché nel percorso più trafficato, lungo il Canal Grande, non c'è la possibilità di aumentare il numero dei vaporetti in transito per far fronte all'assalto di utenti, in particolare nei mesi estivi.
Nel 2008 si concretizzò per la prima volta il vaporetto riservato ai veneziani: la nuova linea, la numero 3, resta in servizio, però, soltanto per pochi mesi, durante l'estate. A fine ottobre viene dismessa in quanto considerata «insostenibile» dal punto di vista economico. Dati alla mano, l'allora assessore alla Mobilità, Enrico Mingardi, dimostrò come mediamente, il numero dei passeggeri trasportati sulla linea 3 era di cinque volte inferiore a quelli della linea 1. Insomma, i vaporetti riservati viaggiavano praticamente vuoti.
L'ultimo tentativo risale a quattro anni fa: nel 2012 Actv provò nuovamente a separare l'accesso tra turisti e veneziani tra le 12 e le 19. Gli imbarcaderi principali furono divisi a metà grazie ad un cancelletto scorrevole manovrato dal personale dell'azienda dei trasporti. Anche questa sperimentazione durò pochi mesi. Nello stesso anno entrò in funzione anche il "vaporetto dell'Arte", pensato per accogliere parte del flusso turistico: il servizio fu un vero e proprio flop, con una manciata di passeggeri a bordo per ogni corsa e uno spreco ingente di denaro.
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