Veneto Banca, indagini prorogate

Lunedì 24 Ottobre 2016
ROMA - Ai pm romani serve più tempo. L'affaire Veneto Banca, che lo scorso agosto ha portato ai domiciliari l'ex ad Vincenzo Consoli, necessita di nuove indagini e adesso il pm romano Stefano Pesci ha chiesto e ottenuto dal gip una proroga. La Procura di Roma avrebbe anche acceso un faro sul ruolo avuto sulla crisi di Veneto Banca da una serie di fondi e società come Methorios, Soft Strategy e Optimumi. Proprio i rapporti con queste società sono già state al centro delle inchieste su altre popolari, quella di Vicenza e Banca Etruria.
Intanto l'ex Ad Vincenzo Consoli, ancora agli arresti domiciliari, potrebbe tornare nei prossimi giorni a rispondere alle domande del pm Stefano Pesci dopo l'interrogatorio durato più di sei ore la scorsa settimana. La procura vuole stabilire chi abbia la responsabilità per quei crediti che, secondo Palazzo Koch sono stati concessi a fronte di «carenze nelle procedure di concessione del credito, sovente caratterizzato da elevata rischiosità; frequente rilascio di linee di credito, anche corpose, talvolta in violazione della legge; emersione di conflitti di interessi». Non è escluso che Consoli abbia già deciso di rispondere punto su punto anche ai nuovi rilievi degli inquirenti nelle prossime settimane come ha già fatto nei due interrogatori precedenti, l'ultimo svoltosi venerdì scorso a Roma alla presenza dei sue tre avvocati: Franco Coppi, Massimo Malvestio e Alessandro Moscatelli. Un confronto con gli inquirenti durato quasi sette ore dove l'ex top manager di Veneto Banca avrebbe risposto a tutti gli otto reati che gli sono stati contestati nell'ambito dell'inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza. E nel quale gli avvocati non avrebbero fatto nessuna richiesta agli inquirenti, né per un ritorno in piena libertà di Consoli né sul dissequestro dei beni personali dell'ex Ad di Veneto Banca. L'inchiesta della procura di Roma, che conta in totale 14 avvisi di garanzia per ex manager ed ex consiglieri e presidenti, era diventata di dominio pubblico con il blitz della Guardia di Finanza nel quartier generale di Susegana (Treviso) del 17 febbraio 2015 e ha visto un ulteriore salto di qualità con l'arresto di Consoli all'inizio dell'agosto scorso.
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