Valanga in Valle Aurina, muoiono sei scialpinisti

Domenica 13 Marzo 2016
La giornata pareva perfetta: sole, vento nella norma anche se un po' troppo caldo, allarme valanghe ”moderato grado 2”. La comitiva, formata da tre gruppi, è partita di buon'ora per raggiungere la vetta del monte Nevoso, 3.358 metri nelle Vedrette di Ries, area montuosa che corre lungo la linea di confine tra l'Italia e l'Austria. Ma in cima non è mai arrivata: a quota 3.000 si è staccata una valanga che ha travolto i quindici sciatori, alcuni sono riusciti a riemergere scavando con le mani, sei sono rimasti sepolti. E tra loro c'è anche un ragazzo di soli sedici anni.
Le vittime della valanga della valle Aurina, in provincia di Bolzano, sono cinque altoatesini e un austriaco. Margit Gasser, 32 anni di Campo Tures, Christian Kopfsguter, 21 anni di Villabassa, Alexander Patrick Rieder, 42 anni di Chienes, Bernhard Stoll, 43 anni di Villabassa, Horst Wallner di 49 anni, austriaco. Il più giovane aveva solo sedici anni, Matthias Gruber di Valle Aurina. «Si tratta di un percorso riservato a grandi esperti di scialpinismo, molto impegnativo, con salite di trenta, quaranta gradi di pendenza», spiega Albert Castluger, vice brigadiere della Gdf di Brunico che con un elicottero ha partecipato ai soccorsi. Nelle ultime settimane aveva nevicato molto e il manto, dicono gli esperti, non è riuscito a sedimentarsi creando il fenomeno del sovraccarico: lo strato fresco scivola su quello più duro e consolidato, provocando la valanga. In questo caso non particolarmente grande, con un fronte di 150 metri e una lunghezza di 300 metri, ma la posizione è stata fatale. «E' una gola, un grande triangolo con il vertice rivolto verso la vetta», spiega Hans Berger, senatore della Svp, appasionato alpinista: «Alla base di questo triangolo c'è un ampio avvallamento. Se una slavina si stacca lassù, per chi si trova più in basso non c'è via di scampo e la neve si può accumulare per metri e metri».
Sul posto sono intervenuti quattro elicotteri e gli uomini del soccorso alpino, tutti volontari, con i cani da valanga. Gli sciatori sepolti sono stati rintracciati con l'apparecchio elettronico Arva, di cui tutti erano muniti. Una disgrazia che avrebbe potuto avere dimensioni ancora più gravi se alcuni dei 15 alpinisti che componevano i tre gruppi in salita non fossero riusciti a salvarsi con le proprie forze, ”galleggiando” sulla neve farinosa mentre la slavina cadeva loro addosso. La Procura di Bolzano aprirà un'inchiesta per approfondire le cause: è stata una tragedia inevitabile o c'è stata qualche negligenza? Per ora il Foehn, vento con massa d'aria calda proveniente da Nord che ieri mattina - stando alle testimonianze - soffiava in quota nell'area della valanga pare il principale indiziato.
Un'altra valanga è caduta nell'area di Bormio (Sondrio): nessuno è rimasto coinvolto, mentre sulle piste di sci si sono verificati due incidenti con feriti, a Bardonecchia, in Alta Valle di Susa e a Monesi (Imperia). In Svizzera, invece, uno sciatore è morto dopo esser caduto mentre scendeva dalla famosa pista della Coppa del Mondo sul Lauberhorn, a Wengen.
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