Unioni civili, ora i centristi minacciano di lasciare Renzi

Sabato 6 Febbraio 2016
Unioni civili, ora i centristi minacciano di lasciare Renzi
ROMA - L'avvicinarsi del voto degli emendamenti alle unioni civili, mercoledì prossimo, genera tensioni e nervosismo. Dopo che un sondaggio Ixé ha rivelato che il 73% degli italiani è contrario alle adozioni per le coppie gay, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa ha alzato il livello dello scontro, minacciando di uscire dal governo nel caso in cui il ddl Cirinnà dovesse essere approvato così come è grazie all'asse Pd-M5s.
Ma nello stesso Pd si è ben lontani dall'unanimità, con i catto-dem pronti a dar battaglia sulla stepchild adoption. Ma proprio questo istituto è stato sollecitato dal Commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa, il lettone Muiznieks. In questo clima burrascoso tuttavia è stato trovato un primo accordo su alcuni emendamenti che distinguono meglio le unioni dal matrimonio, espungendo anche dal testo alcuni errori clamorosi. Come quello che, paradossalmente, prevedeva la «nullità dell'unione se uno dei componenti la coppia è gay...».
Secondo un sondaggio Ixé se il 50% dice sì al riconoscimento dei diritti delle coppie gay, il 73% si oppone alle adozioni per loro. Cosa che ha dato forza a quanti in Parlamento sono contrari alla stepchild adoption prevista dall'articolo 5 del ddl Cirinnà, come Maurizio Sacconi o Maurizio Gasparri.
In mattinata poi è arrivata la minaccia di Cesa di un ritiro dell'Udc dal governo, bilanciata più tardi dalle parole del presidente del partito Giampiero D'Alia: prima si condurrà la battaglia in Parlamento e poi si valuterà. L'uscita di Cesa sembra dettata anche dalla volontà di differenziarsi di Ncd da Angelino Alfano, per ragioni di posizionamento. Da un lato Cesa spinge più a un riavvicinamento al centrodestra, mentre Alfano è per la costruzione di un soggetto centrista autonomo. Senza contare che nel rimpasto è stato premiato Ncd ma non l'Udc. E infatti il ministro dell'Interno ha detto che lui «non minaccia» e farà «di tutto per arrivare ad un accordo».
Proprio l'esame degli emendamenti favorisce l'avvicinamento. Il gruppo di lavoro del Pd ha trovato una intesa su alcuni emendamenti che piaceranno ai centristi perché distinguono meglio le unioni dal matrimonio. Altri emendamenti su cui c'è accordo eliminano errori esilaranti del ddl nati dall'aver previsto per le unioni le norme che valgono per il matrimonio. Per esempio si potrebbe chiedere la nullità di una unione civile se uno dei partner è omosessuale; oppure se ne potrebbe chiedere lo scioglimento se essa non risulta «consumata».
La stepchild, in ogni caso rimane l'elemento dirimente come hanno ribadito i cattoDem Stefano Lepri e Maria Di Giorgi, perché apre alla sanatoria della pratica dell'utero in affitto, sulla quale un gruppo di senatrici Pd ha chiesto un dibattito in Senato. Ma il commissario ai diritti del Consiglio d'Europa, il lettone Nils Muiznieks, ha chiesto proprio di inserire tale punto nella legge per non discriminare le coppie gay nella possibilità di adozione. Inutile dire che da una parte è giunto il plauso della sinistra, mentre da destra son piovute critiche e anche insulti, come quelli di Fabio Rampelli (Fdi): «rimprovera l'Italia, la cui civiltà giuridica affonda nel diritto romano, periodo in cui i lettoni erano ancora nomadi e pescatori».

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