Una situazione spiacevole: ritenevano di essere corrette

Sabato 3 Dicembre 2016
Una situazione spiacevole: ritenevano di essere corrette
«Non ci costituiremo parte civile nell'eventuale processo». Lo mette subito in chiaro la presidente della Provincia Daniela Larese Filon (foto), che sottolinea che quello che è stato fatto era nel rispetto dei regolamenti e che ancora una volta prende le difese delle sue guardie provinciali. Lo aveva fatto con una conferenza stampa quando scoppiò il caso dei 30 agenti indagati e lo fa anche ora dopo la notizia della chiusura delle indagini da parte della Procura che si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per le guardie. «Mi dispiace - dice la presidente - soprattutto per tutto il servizio le guardie provinciali che hanno agito sempre pensando di essere corrette e che si trovano in questo momento in una situazione a dir poco spiacevole. Sono convinta che quando si chiuderanno i processi verrà messa in luce la loro buona fede».
Le 30 guardie provinciali sono indagate per peculato per i tragitti casa-lavoro sulle auto di servizio a spese della Provincia (carburante e usura del veicolo). C'era però un preciso atto, approvato dagli amministratori circa 20 anni fa che li autorizzava per esigenze organizzative a andare e venire sull'auto di servizio. «Non è che noi facciamo venire le guardie che abitano a Falcade fino a Belluno a prendersi la macchina - prosegue la presidente - per poi tornare a Falcade: per snellire il servizio era stato pensato questo. Certo se poi non si può fare nulla...».
Il parco macchine della Provincia che conta 15-20 veicoli ormai è da rivedere: sono tutti veicoli che si dovranno ormai dismettere. Intanto l'abitudine di usare l'auto di servizio per i tragitti casa-lavoro è terminata con inizio anno (e con l'inchiesta): i veicoli vengono lasciati in appositi ricoveri dislocati sul territorio. Perché solo ora? «Perché nessuno si era mai posto il problema - dice la presidente -. Il regolamento non è stato fatto dalle guardie, ma dagli amministratori di allora».

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