Stop Dolomitibus: mistero sull'autore

Venerdì 21 Luglio 2017
Stop Dolomitibus: mistero sull'autore
Tutti presenti alle 5 di mattina, pur dovendo iniziare a lavorare solo alle 8. Poi un uomo misterioso, che con uno strategico ombrello si copre dall'occhio delle telecamere del deposito, sposta un bus e ostruisce il passaggio. È questo lo scenario, raccontato ieri in aula dai primi testi, di ciò che accadde alla Dolomitibus, quella mattina del 24 gennaio 2014 al deposito di via Col da Ren. Quel giorno alle 5.20 una corriera nera con le gomme tagliate e senza chiavi bloccò il deposito impedendo l'uscita delle corse della mattinata mandando in tilt il trasporto pubblico della Valbelluna. In 6 sono alla sbarra per danneggiamento, interruzione di pubblico servizio, violenza privata, furto aggravato e manifestazione non autorizzata: Giuseppe Sacchet, Stefano Sacchet, Damiano Del Monego, Luigi Collet, Michele Colotto e Michela Sponga. Assolti in abbreviato con sentenza impugnata dalla Procura invece Emanuela Casellato, Fulvio Calesso, Andrea De Bona, Celestino Capraro, Michael Tramontin, Michele Tormen e Fabio Mosca.
Ieri hanno parlato alcuni testi, già stati sentiti nel primo processo: il dipendente Fabio Dal Molin e il referente delle rappresentanze sindacali Maurizio Boaretto. Hanno spiegato che in quel periodo c'era apprensione in azienda per una operazione di partenariato che la Dolomitibus stava per fare. «Dovevamo dare un segnale di disaccordo - ha detto il sindacalista -, ma non c'erano i tempi per indire lo sciopero e così abbiamo deciso di trovarci all'interno della struttura per manifestare il nostro disappunto». Insomma doveva essere una cosa pacifica, che, in area privata, non necessitava di autorizzazione. Però quel giorno l'ignoto sabotatore di fronte a 4 meccanici (Del Monego, Tormen, Tramontin e Sacchet) e due impiegati (Collet e Capraro) avrebbe spostato la cosiddetta vedova nera, il bus nero delle manifestazioni sindacali, ostruendo il passaggio. L'autore è però rimasto ignoto, anche se come emerso ieri da un teste, qualcuno aveva ventilato che poteva essere il sindacalista Giuseppe Sacchet: voce infondata e subito smentita. Si torna in aula il 14 settembre.

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