«Soldi al Nevegal? Noi non possiamo»

Giovedì 24 Agosto 2017
«Il Comune di Belluno ha dimostrato grande attenzione nei confronti del Nevegal». Quindi, alla domanda Palazzo Rosso ci tiene al Colle, la risposta è «sì». Basterà per disinnescare la bomba lanciata dall'Alpe con l'ipotesi di una possibile chiusura definitiva degli impianti? Difficile a dirsi. Ma dal sindaco Massaro arrivano solo parole distensive: «La priorità è dare continuità al Colle, che dopo un'estate di ottimi afflussi ha ora bisogno di un inverno altrettanto buono». E chi ha orecchi per intendere, intenda. L'ultimatum scade il 10 settembre: quella la data ultima in cui decidere se gli impianti apriranno il prossimo inverno, o resteranno fermi, con la conseguenza ovvia di un addio allo sci sul Colle. La decisione spetta all'Alpe del Nevegal (che dal 2013 è proprietaria della ski area); ma dipende soprattutto da una domanda che la cordata ha mosso a Palazzo Rosso: «Ci date una mano con 100mila euro per l'innevamento artificiale?».
La richiesta è stata avanzata a maggio, ribadita a luglio e ripresentata nuovamente nei giorni scorsi, con l'auspicio ad una risposta in tempi utili per poter programmare la stagione invernale. Anche perché di mezzo ci sarebbero i lavoratori stagionali.
La risposta? «L'amministrazione comunale ha sempre mostrato grande attenzione per il Nevegal - dice il sindaco Jacopo Massaro -. Abbiamo finanziato il progetto di smart territory, ci cui l'Alpe era partner. Poi abbiamo realizzato le piste di mountain bike che stanno andando molto bene quest'estate. E abbiamo ottenuto contributi di diverse centinaia di migliaia di euro per cambiare volto al Piazzale e realizzare quel blocco di servizi che può servire al Nevegal. Direi che abbiamo dimostrato di tenerci al Colle». Quanto alla richiesta di 100mila euro, è la legge a bloccare le mani al Comune. «Non si può dare soldi ai privati - continua Massaro -. Detto questo, credo che sia impensabile chiudere il Nevegal nel momento in cui ricomincia ad andare bene, e l'estate lo sta dimostrando».

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