BELLUNO - (a.tr.) Senza lavoro e con un figlio piccolo a carico. Il Tar respinge il ricorso presentato da un cittadino bellunese contro il Comune di Belluno e ora, l'uomo, è costretto a lasciare l'abitazione. La vicenda coinvolge uno degli abitanti delle case di emergenza Kraller di via Lungardo, (nella foto) affidate in via provvisoria dai servizi sociali a chi, senza lavoro, non può sostenere le spese di un affitto. Il requisito per abitare negli appartamenti, però, è la partecipazione attiva ai progetti sociali pensati dai servizi per aiutare a trovare occupazione; venuto meno questo requisito, decade anche la possibilità per la persona di mantenere la casa. I primi solleciti a pagare il canone e a lasciare l'appartamento risalgono a oltre un anno fa, a questi è seguita l'attivazione automatica della procedura coattiva. L'uomo è stato sfrattato e ha presentato ricorso. La speranza di vincere la causa però è sfumata mercoledì, con la sentenza che ha bocciato il ricorso. «Anche se in astratto ci fosse un fondamento giuridico valido -commenta l'avvocato Erminio Mazzucco-, da un punto di vista socio famigliare si evidenzia come da una parte vi sia un'ampia disponibilità ad accogliere persone bisognevoli provenienti da altri continenti e come dall'altra vi siano persone indigenti italiane messe sulla strada». Ma il Comune non poteva fare diversamente, chiarisce il sindaco Jacopo Massaro: «Non abbiamo alternative, bisogna avere dei requisiti per abitare li e chi non li ha perde il diritto a starci».
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