Segato-Brustolon e Fermi protagonisti dell'occhiale con le lenti double face

Domenica 22 Gennaio 2017
Segato-Brustolon e Fermi protagonisti dell'occhiale con le lenti double face
BELLUNO - Compri due paghi uno. Ma questa volta non si tratta di una svendita, ma di una idea industriale nel settore dell'occhiale. Che, come dicono i protagonisti, ha tutto il sapore di essere rivoluzionaria. E forse anche vincente al punto che nei negozi di ottica fra un po' si potranno acquistare occhiali da sole double face. A partorirla non una delle grandi firme dell'occhiale presenti provincia, ma alcuni ragazzi dell'Istituto Segato-Brustolon di Belluno che frequentano le classi 3^, 4^ e 5^ Meccanici, indirizzo Tecnologia dell'occhiale, impegnati assieme agli Ottici dell'Istituto Fermi di Pieve di Cadore che curano la realizzazione delle lenti - Certottica e Confindustria, nel progetto Made in Italy finanziato dal Ministero con lo scopo di accompagnare gli alunni nella comprensione della tradizione italiana ricercandone le radici storiche, economiche, culturali e territoriali. Da mesi i ragazzi del Segato, seguiti dal prof. Paolo De Pasqual e dall'insegnante tecnico pratico Faustino Peterle, anche con l'aiuto di loro compagni dell'indirizzo Informatico, stanno progettando e realizzando dei prototipi di occhiali, lavorando su diverse fogge, sui colori, su soluzioni anche meccaniche avveniristiche. «Una delle idee è quella di realizzare degli occhiali da sole cosiddetti reverse, cioè reversibili spiega Nicolò De Min, della classe 5^ - per esempio gialli da una parte e rossi dall'altra». I ragazzi hanno incollato due lamine di acetato di cellulosa di colore diverso; da queste viene ricavato un modello che potrà quindi essere indossato con l'opportunità di sfoggiare due colori diversi. «Per poterlo fare abbiamo realizzato anche un nuovo tipo di cerniere che si aprono e si chiudono non in maniera canonica, ma permettendo alle stanghette dell'occhiale di fare un giro completo. Il prossimo passo è quello di pensare bene al loro alloggio». Parlando Nicolò si accalora e mostra le diverse fasi della lavorazione: inserisce la lamina da lavorare nella macchina a controllo numerico, programma il taglio e poi controlla che tutto vada bene. Soddisfatto impugna il prodotto. «C'è ancora molto da lavorare dice ma siamo contenti dell'idea».
E a chi gli chiede se non sia meglio registrare il brevetto, dice che sì, forse ne vale la pena. E se sapendo del progetto qualche grande nome chiamasse? Ecco, questo sarebbe il grande sogno, anche per dimostrare che il made in Italy è ancora vivo e i risultati non mancano.
Giovanni Santin

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