Schiava del sesso con un ricatto voodoo

Sabato 13 Febbraio 2016
Riti voodoo per gestire al meglio la nuova tratta delle schiave, quella che dalla Nigeria porta in Italia (e in Europa), centinaia di donne da avviare alla prostituzione.
Le manette sono scattate a Scorzé, in provincia di Venezia, dove è stata arrestata una nigeriana di 26 anni, con la pesante accusa di tratta di esseri umani. L'inchiesta è condotta dalla Procura di Catania sulla base del racconto di una minorenne, connazionale dell'indagata, la quale, sbarcata da un barcone sulle coste siciliane, ha raccontato delle promesse iniziali di un lavoro onesto in Italia, delle successive violenze e vessazioni subite durante il viaggio attraverso Niger e Libia, e infine della drammatica scoperta all'arrivo: dopo aver pagato 35mila euro per attraversare il Mediterraneo, la sua prospettiva era quella di finire in mezzo ad una strada a prostituirsi. Scesa da un barcone la ragazza ha quindi trovato il coraggio di confidarsi con le forze dell'ordine, nonostante il vero e proprio terrore nel quale ha vissuto a causa dei riti voodoo di cui è stata oggetto, utilizzati per mantenere lei (e le compagne di viaggio), in una condizione di soggezione psicologica, approfittando del loro non elevato livello culturale.
La ventiseienne accusata di tratta di schiavi nel frattempo si era trasferita al Nord, trovando casa a Scorzé, dove le forze dell'ordine le hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ieri è stata interrogata per rogatoria dal gip di Venezia David Calabria: assistita dall'avvocato Pietro Speranzoni, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Non è il primo caso di schiave tenute a bada a suon di riti voodoo. All'inizio di gennaio, sempre a Catania, finirono in carcere altre due nigeriane di 27 anni, accusate di aver costretto due giovani connazionali a prostituirsi per poter restituire il debito di 30 mila euro contratto con i trafficanti di esseri umani che avevano organizzato per loro il viaggio della speranza. Una di loro denunciò di essere stata costretta ad addentare il cuore crudo di una gallina appena sgozzata.
Il reato di tratta di esseri umani, introdotto in Italia nel 2014 recependo una direttiva europea, prevede pene molto severe (da otto a vent'anni di reclusione) per «chiunque recluta, introduce nel territorio dello Stato (...) trasporta, cede l'autorità sulla persona, ospita» persone ridotte in schiavitù «mediante inganno, violenza, minaccia, abuso di autorità o approfittamento di una situazione di vulnerabilità, di inferiorità fisica, psichica o di necessità (...) al fine di indurle o costringerle a prestazioni lavorative, sessuali ovvero all'accattonaggio o comunque al compimento di attività illecite che ne comportano lo sfruttamento o a sottoporsi al prelievo di organi».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci