Sanremo francese dopo 21 anni

Domenica 20 Marzo 2016
«La Milano-Sanremo è qualcosa di troppo grande per me». Ci sono volute parecchie ore prima che Arnaud Demare prendesse consapevolezza di aver conquistato la "Classica di Primavera". Una vittoria a sorpresa, anche se le qualità in volata del venticinquenne francese sono ben note. Pochi però l'avevano inserito fra i favoriti, nessuno nel momento in cui è rimasto coinvolto in una caduta poco prima della Cipressa ed ha dovuto faticare per rientrare in un gruppo che procedeva a velocità sostenuta. «Sono sorpreso, felice, incredulo - sorride quasi imbarazzato Demare, primo francese a vincere 21 anni dopo Jalabert - I tanti sacrifici sono stati ripagati. È uno di quei giorni in cui la vita ti sorride».
La Milano-Sanremo 2016, come da pronostico, si è risolta quindi allo sprint, ma le emozioni non sono certo mancate nell'arco dei 295 km, 4 in più rispetto al previsto a causa di una frana caduta in mattinata sull'Aurelia in località Pizzo di Arenzano che ha obbligato i ciclisti ad una deviazione in autostrada. La corsa è stata caratterizzata da una lunga fuga di undici uomini, fra i quali il trevigiano Mirko Coledan e il padovano Andrea Peron. Gli ultimi 8 km sono stati quelli decisivi: sul Poggio ci hanno provato prima Fedi, poi Kwiatkowski e poco prima dello scollinamento Vincenzo Nibali, accompagnato da Cancellara, Van Avermaet, Trentin, Boasson Hagen e Sagan. Pochi dubbi però che la corsa si sarebbe decisa in volata, condizionata a poche centinaia di metri dal traguardo dalla caduta del colombiano Gaviria (a quel punto forse il favorito numero 1) dopo essersi toccato con Van Avermaet e mettendo fuori causa anche Sagan.
Bouhanni sembra poter avere la meglio, ma sul più bello ha un problema al cambio, lasciando così spazio al non amato connazionale Demare, che vince a braccia alzate precedendo il britannico Ben Swift e il belga Jurgen Roelandts.
Il primo degli italiani è Filippo Pozzato, ottavo davanti a Sonny Colbrelli e Matteo Trentin. «Alla Sanremo, come sempre, nel finale c'è una gran confusione, perché tutti vogliono stare davanti, anche chi non ha gambe - afferma il vicentino, trionfatore nel 2006, ultimo italiano a riuscirci - Avrei voluto provarci in cima al Poggio, magari sfruttando la collaborazione di Cancellara, ma il vento non ha consentito di scappare». Nibali manifesta serenità: «Mi sentivo bene e ci ho provato sul tratto finale del Poggio, ma la velocità era altissima, visto che si saliva con il 53, ed effettuare un'azione quasi impossibile - dice il siciliano - Questa è una corsa adatta ai velocisti, ne sono consapevole, perciò parto dal presupposto che più di tanto non posso fare».
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