Sanatoria sul contante dietrofront sul forfait

Sabato 22 Ottobre 2016
Marcia indietro. I testi ufficiali ancora non ci sono, ma il governo in pochi giorni ha già cambiato idea su uno dei provvedimenti più discussi del pacchetto fiscale in arrivo, ovvero la riapertura della voluntary disclosure (il rimpatrio dei capitali) ed in particolare l'opzione di sanare i contanti, frutto di evasione, detenuti anche in Italia. Non ci sarà il prelievo forfettario del 35 per cento, ma chi vorrà mettersi in regola dovrà versare in base al sistema di aliquote progressive. Cade così uno degli aspetti dell'operazione che avevano attirato attenzione e critiche, per la possibile equiparazione del meccanismo ad un condono. La norma resta comunque delicata perché occorre che durante la procedura sia confermata - tramite un'apposita dichiarazione - la connessione tra gli importi da sanare e l'evasione, mentre al contrario deve essere escluso che questi derivino da reati come il riciclaggio. Più in generale, al di là del capitolo contanti, il tema è come rendere la voluntary disclosure 2 allo stesso tempo appetibile per i contribuenti (senza più il deterrente della caduta del segreto fiscale in Svizzera) ed esente dalle critiche di chi teme appunto un nuovo condono. Per le casse dello Stato il beneficio atteso dovrà essere di circa 2 miliardi, quindi tutt'altro che irrilevante.
Salvo sorprese dell'ultima ora la misura dovrebbe far parte del decreto legge che forse vedrà la luce nel fine settimana anticipando la presentazione in Parlamento del vero e proprio disegno di legge di bilancio; presentazione per la quale in verità il termine è già scaduto da due giorni. Quello relativo ai capitali non è il solo nodo delicato. C'è anche l'avvio della rivoluzione della riscossione, con Equitalia destinata a passare all'interno dell'Agenzia delle Entrate e l'operazione di rottamazione delle vecchie cartelle esattoriali. La possibilità di sanare le vecchie pendenze pagando il dovuto ma con un fortissimo abbattimento di sanzioni e interessi dovrebbe riguardare anche le multe stradali, purché gli enti locali interessati siano d'accordo. Per il futuro assetto della riscossione le opzioni allo studio sono più di una, dalla trasformazione di una parte dell'Agenzia di Entrate in ente economico (in grado di assorbire i dipendenti con contratto bancario) al mantenimento dello status societario di Equitalia che però passerebbe - con un nuovo nome - al 100 per cento sotto le Entrate. Intanto ieri la società presieduta da Ernesto Ruffini ha diffuso un primo consentivo relativo ad un'altra operazione già in corso, la riapertura della possibilità di rateizzare i pagamenti per coloro che in passato erano decaduti dal proprio piano avendo saltato una o più scadenze. Tra il 20 agosto e il 20 ottobre le richieste di riammissione sono state circa 100 mila, per un importo complessivo intorno ai 3 miliardi. Nei prossimi giorni si potrà ancora aderire ma con l'obbligo di versare in un'unica soluzione le rate precedentemente scadute.
Altro piatto forte del decreto sarà il superamento degli attuali studi di settore, che saranno sostituiti da indicatori di affidabilità pensati per premiare i contribuenti corretti con minori accertamenti e rimborsi più veloci. Il nuovo rapporto tra contribuente e fisco potrebbe passare anche per una revisione delle attuali scadenze, con l'addio al tax day per Unico, la scadenza per i versamenti delle imposte dirette fissata al 16 giugno, fonte di ansia per i cittadini e di super-lavoro per i commercialisti.
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