ROMA - Sbarchi e soccorsi in mare si susseguono nel Canale di Sicilia, dove ieri

Sabato 28 Maggio 2016
ROMA - Sbarchi e soccorsi in mare si susseguono nel Canale di Sicilia, dove ieri si è consumata un'altra tragedia. Un barcone stracarico di migranti è semiaffondato. Sul posto è intervenuta la nave Vega della Marina militare, che ha salvato 135 persone. Trentadue, invece, i corpi recuperati, mentre si teme che i dispersi siano molti di più. Così come addirittura «un centinaio» - secondo alcune testimonianze da verificare - sarebbero le persone che mancano all'appello tra quelle del naufragio di giovedì.
Diciassette, ieri, le operazioni di soccorso: oltre 2.000 le persone tratte in salvo, di cui 1.900 persone erano a bordo di 16 gommoni. Alcuni centinaia si trovavano invece sul barcone semiaffondato.
La Lega alza la voce, Salvini teme «l'invasione» e chiede un incontro urgente al premier. Non possiamo stare zitti e fermi. Vogliamo presentare le nostre proposte. Ci rifiutiamo di assistere a questo disastro in silenzio». Ma i migranti non giungono solo da quell'area e non giungono solo via mare, soprattutto da quando, come sottolinea il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, si è aperta la rotta Balcanica. E questo pone un quesito anche sotto il profilo della loro redistribuzione. Perché «quando eravamo a 170mila arrivi, nel 2014 e gli altri paesi a zero, la redistribuzione era a nostro vantaggio. Ma ora che ne sono arrivati tantissimi in Grecia, Ungheria, Austria non è neanche detto che saremo tra i paesi cedenti migranti con i ricollocamenti e non dovremmo invece prenderne». Certo, «la risposta dell'Europa è lenta», mentre terrorismo, scafisti, trafficanti «sono veloci», osserva Alfano ed è soprattutto sul fronte dei rimpatri degli irregolari che «l'Ue rischia il collasso».

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