Ritorno della gelsicoltura: la scommessa del Cantiere è racchiusa in un baco

Mercoledì 13 Luglio 2016
BELLUNO - Non basta certo la reintroduzione della bachicoltura a girare la carta dell'economia. Ma può rappresentare un valore aggiunto, un buon di più nel mucchietto del reddito. Ieri, in sala Affreschi di palazzo Piloni, ci si è guardati negli occhi. Da una parte i "tecnici" dell'Associazione italiana bachicoltura (Aig), dall'altra i responsabili del Cantiere della Provvidenza di Belluno. Unico l'obiettivo: far sì che la via della seta passi pure per la terra bellunese grazie al "bombix mori", quel baco del gelso - o "morer" - i cui filari mezzo secolo fa facevano parte del paesaggio da Fonzaso al Basso Alpago. La premessa di Tiziana Martire (foto)- presidente del Cantiere della Provvidenza, che porta avanti il Cantiere del baco - è che non bisogna temere i progetti a medio o lungo termine. «Intanto pensiamo a ripopolare di gelsi la Valbelluna. Basta un anno. E da subito si utilizzano le foglie. Lo stiamo già sperimentando, a Santa Giustina e a Badilet, e la produzione di bozzoli è di qualità - precisa Martire - il vantaggio è che le foglie sono sane poichè il territorio è pulito.» Il baco si svela pure come sentinella dell'ambiente, quindi. Ma quanto si guadagna? «Il reddito è integrativo» ammette Martire. Come dire: difficile da un giorno all'altro diventare Paperon de Paperoni con i soli bachi da seta. Il Cantiere, però, punta alla filiera ed ha obiettivi collaterali: «Fa lavorare giovani o persone disoccupate o con disabilità.» Sono le parole della presidente della Provincia, Daniela Larese Filon, a sostenere l'idea: «Con la gelsicoltura si dà forza all'agricoltura e a un nuovo allevamento, e ci si ci mette in gioco offrendo occupazione.» All'incontro sono intervenuti Silvano Dal Paos, Chiara Bortolas e Antonio Maria Ciri per la Coldiretti di Belluno, Fernando Pellizzari ed Ezio Tronchin per l'Aig, Maik Paganin e Angelo Paganin per il Cantiere della Provvidenza. Curioso l'amarcord dell'assessore provinciale Ezio Lise: «A scuola ci davano dei bachi da portare a casa: andavo a rubare le foglie dei gelso per loro. Ed avevo invaso la camera della nonna di bozzoli. Ricordo la sua disperazione al momento dello sfarfallamento!».
Daniela De Donà

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