BELLUNO - (dt) Confindustria guarda alla montagna. E propone un tavolo di lavoro per le terre alte. Per far arrivare la voce del Bellunese fin nelle lontane stanze romane. E soprattutto per costruire sul territorio una strategia che risponda davvero alle esigenze della montagna e delle imprese che operano in montagna. L'alternativa è il lento spegnersi dell'economia locale, fagocitata dalla concorrenza di zone del Paese molto più avvantaggiate. Queste le motivazioni che hanno spinto Confindustria Belluno Dolomiti a scrivere una lettera. Destinatario, il presidente nazionale Vincenzo Boccia. «La questione territoriale, delle aree interne e della montagna è un tema cruciale per la crescita del sistema-Paese, anche se spesso viene confinata ai margini del dibattito pubblico ed esclusa dall'agenda politica» premette il presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, Luca Barbini, nella lettera inviata a Boccia. L'obiettivo dichiarato è quello di dare vita a Confindustria per la Montagna, un gruppo tecnico interno all'associazione. La proposta sarà lanciata lunedì prossimo alle 16 nell'incontro La montagna che costruisce futuro. Nuove visioni e progettualità per i territori alpini, in programma a Palazzo Doglioni Dalmas. «Servono politiche e strategie in grado di innescare le potenzialità delle piccole Italie - spiega Barbini - nella consapevolezza che le diversità, le eccellenze e le specificità dei singoli territori rappresentano una ricchezza e un patrimonio da valorizzare. Come presidente di una territoriale che insiste su un territorio completamente montano e incastonato tra realtà a statuto speciale, vorrei attivare un Gruppo Montagna costituito dalle associazioni interessate a portare avanti una visione comune sulla crescita delle terre alte. Questo significherebbe incidere, ad esempio, sulla definizione di nuovi modelli di governance, sulla riforma delle autonomie locali, sulla riorganizzazione dei servizi, sulla regolazione dell'utilizzo delle risorse naturali, sulle opportunità offerte dalla rivoluzione tecnologica in atto. La montagna non è un luogo destinato allo spopolamento e all'invecchiamento, ma può essere il centro di un nuovo modello di sviluppo, sostenibile e inclusivo».
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