Renzi: fondi per la Turchia Ma l'Ue "minaccia" Roma

Martedì 2 Febbraio 2016
Renzi: fondi per la Turchia Ma l'Ue "minaccia" Roma
Dopo un chiarimento con la Commissione europea, Matteo Renzi ieri ha annunciato che l'Italia contribuirà al fondo per i rifugiati siriani in Turchia, ma il presidente del Consiglio è tornato ad attaccare con estrema durezza l'esecutivo comunitario definendo la squadra di Jean-Claude Juncker dei «professionisti dello zero virgola». «Il fatto che le spese per salvare i bambini che navigano dalla Turchia alla Grecia siano fuori dal Patto di Stabilità è finalmente un fatto positivo», ha detto Renzi ad Accra, la capitale del Gana, durante una tappa del suo viaggio africano. Tuttavia «pensare di considerare in modo diverso le spese per salvare i bambini eritrei che arrivano in Sicilia mi sembra assurdo e illogico. Solo una perversione burocratica può fare distinzioni tra le vite da salvare». L'Italia darà «il contributo per la Turchia», ha annunciato il presidente del Consiglio. Ma «l'Europa che ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia sulla storia falsa delle impronte dei migranti è una trama kafkiana, assurda. Noi pensiamo a salvare vite». Per contro, «dispiace vedere l'Europa in mano a polemiche del tutto assurde e pretestuose. Noi siamo l'Italia e ci battiamo per un'Europa diversa. I burocrati di Bruxelles facciano pure quel che credono, noi andiamo avanti», ha spiegato Renzi.
Per la Commissione, il risultato importante è aver incassato il via libera dell'Italia. Il Fondo per la Turchia da 3 miliardi è considerato indispensabile per convincere Ankara a bloccare le partenze dei migranti verso la Grecia e rallentare i flussi in Germania e altri paesi del Nord Europa. Dopo l'incontro tra Renzi e la cancelliera Angela Merkel venerdì a Berlino, Juncker ha scritto al presidente del Consiglio per ricordare quel che la Commissione aveva già messo nero su bianco a dicembre: i contributi nazionali al Fondo per la Turchia «non saranno calcolati nel deficit». Già al summit della Valletta del 11 e 12 novembre scorso, l'esecutivo comunitario aveva detto che i fondi concessi dagli Stati membri «avrebbero ricevuto un trattamento speciale», ha scritto il presidente della Commissione: saranno «dedotti dal Patto di Stabilità, posto che insieme agli altri costi legati alla crisi dei rifugiati, essi abbiano un importante impatto sulla sostenibilità di bilancio». Per Juncker, la Commissione «rispetta» i suoi impegni. Per contro, dentro l'esecutivo comunitario cresce il sospetto che Renzi usi la crisi dei rifugiati come pretesto per ottenere concessioni su altri due fronti: il giudizio definitivo sulla Legge di Stabilità e la riapertura del dossier banche. «I 200 milioni dell'Italia al Fondo per la Turchia sono una piccola cifra», spiega una fonte europea: «Le accuse di Renzi sono insensate e ingiuste. Anche i contributi nazionali ai Trust Fund per Africa e Siria riceveranno un trattamento speciale».
Sulla Legge di Stabilità per ora la Commissione rimane ambigua, anche se i primi orientamenti arriveranno giovedì con le previsioni economiche d'inverno. Una decisione sulla flessibilità per i migranti - che, secondo il governo, vale lo 0,2% di deficit in più - arriverà solo in primavera, sulla base di una valutazione ex post delle spese e «caso per caso», ha spiegato una portavoce della Commissione.
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