Renzi: «Chi fa lo schifiltoso con i voti, perde»

Lunedì 8 Febbraio 2016
ROMA - Il tanto vituperato «partito della nazione» è «solo un fantasma». Uno spauracchio inventato da chi ha «paura del futuro». Matteo Renzi dà la sua parola ai 370 studenti della scuola di formazione politica del Pd. A loro che ieri avevano tributato un'ovazione alla sonora bocciatura del «partito della nazione» da parte di Walter Veltroni, il segretario dice di non preoccuparsi, perché quello che hanno di fronte è un «dibattito assurdo», basato sul nulla. Certo, aggiunge in un altro passaggio del suo discorso, bisogna imparare dagli errori del passato e ricordarsi che «chi fa lo schifiltoso con i voti perde le elezioni».Il 26 febbraio è in programma l'incontro con Jean Claude Juncker a Roma. A metà marzo, probabilmente il 12, ci sarà un vertice dei socialisti europei a Parigi per rilanciare un fronte anti-austerity. Ma intanto Renzi non perde occasione per «rompere le scatole» a Bruxelles. Perché, torna ad accusare, l'Europa - sia Pse che Ppe - è «totalmente prigioniera della paura e l'Ue non funziona, ridotta com'è a un insieme di numeri e vincoli».
L'idea, lanciata davanti a una platea di under 35 entusiasti, è quella di super-primarie europee per scegliere il prossimo candidato Pse alla presidenza della Commissione. Ma c'è tempo: il prossimo voto è nel 2019. Intanto, però, sulla scena c'è un dibattito tutto interno al Pd, sulla presunta adesione in Sicilia della vecchia classe dirigente cuffariana. Renzi non affronta la vicenda. Ma replica agli attacchi di chi lo accusa di voler creare un «partito della nazione» pigliatutto: «Se qualcuno mi dice che c'è un fantasma in casa, gli rispondo: tu non vai a cercare il fantasma, io non ho tempo da perdere, devo cambiare l'Italia». E la sinistra Dem, che non se la sente più di negare l'ipotesi della scissione, non la prende affatto bene. «Verdini & co. in Senato, gli amici di Cuffaro in Sicilia. A me sembrano proprio in carne ed ossa. Altro che fantasmi...», replica Roberto Speranza. Mentre Miguel Gotor sottolinea che chi rifiuta certi voti non è «schifiltoso», bensì è consapevole che «non si può fare lotta alla mafia con i voti della mafia e che non si cambia l'Italia incentivando il trasformismo più deteriore».

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