Quarto caso di Zika in Veneto, nono in Italia. Si tratta di una veneziana, di ritorno

Sabato 6 Febbraio 2016
Quarto caso di Zika in Veneto, nono in Italia. Si tratta di una veneziana, di ritorno da un viaggio nella Repubblica Dominicana, curata all'Ospedale civile di Venezia. Le analisi sono state fatte nel Centro di Riferimento di Padova diretto dal professor Giorgio Palù al quale, da un paio di settimane, arrivano da analizzare almeno una decina di campioni ogni giorno. La maggior parte dei quali presenta un esito negativo.
Le condizioni della paziente veneziana sono buone, si trova ricoverata nel reparto di Malattie Infettive di Venezia e sarà dimessa oggi. Si tratta di poco più di una influenza. «La comparsa di qualche caso - fa notare l'assessore alla Sanità Luca Coletto - non deve destare alcuna preoccupazione, sia perché sinora si tratta di persone tutte appena rientrate da zone a rischio, sia perché abbiamo la dimostrazione che la macchina dei controlli e delle cure funziona». Da inizio anno sono in tutto 4 con questo i casi di virus Zika riscontrati in Veneto (a Treviso, Padova e Vicenza), tutti in persone rientrate da viaggi in alcuni dei Paesi dove l'infezione è più diffusa: Sudamerica e Caraibi. Nessuno di loro ha manifestato particolari complicazioni.
La Regione tiene quindi la guardia alta sia per controllare le persone che rientrano da viaggi nei Paesi considerati a rischio, sia per quanto riguarda il proliferare delle zanzare che sono il veicolo di moltissime malattie.
L'attività di sorveglianza entomologica è stata affidata all'Istituto Zooprofilattico delle Venezie e a breve si terrà l'incontro con i referenti delle diverse Reti di Sorveglianza (Malattie Infettive, Laboratori di Microbiologia, Servizi Igiene e Sanità Pubblica).
Un altro caso è stato registrato ieri a Roma. Si tratta di un paziente che ha soggiornato in Brasile nella seconda metà del mese di gennaio che al rientro ha manifestato rush cutaneo e febbre alta.
Che la Zika non sia una infezione grave lo confermano anche gli esperti che sono preoccupati solo da due aspetti: la possibile proliferazione della zanzara responsabile della patologia e che il virus colpisca donne in stato di gravidanza. Anche se la correlazione tra infezione e malformazioni fetali (microcefalia) non è ancora del tutto certa, gli esperti cominciano a lanciare segnali di conferma, come Tom Frieden, direttore del Cdc (Centro per la prevenzione e i controlli della malattie) statunitense che ha ammesso che «Ogni giorno che passa il legame tra il virus Zika e la microcefalia diventa più forte».
Intanto dal Brasile arriva un nuovo allarme. Dopo la conferma che il virus può essere trasmesso attraverso rapporti sessuali, gli esperti annunciano di averlo isolato anche nella urina e nella saliva. «Non possiamo ancora affermare che il rischio di contaminazione via saliva o urina non esista, il nostro consiglio è che almeno le donne incinte evitino luoghi molto affollati», ha detto il presidente della Fiocruz, Fondazione di ricerca brasiliana legata al Ministero, Paulo Gadelha.
Per quanto riguarda le vie per la prevenzione il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon concorda con le posizioni espresse dall'Alto Commissario per i Diritti Umani Zeid Ràad al Hussein e con il capo dell'Unfpa, l'agenzia Onu per la popolazione, in risposta all'emergenza Zika, che contraccezione e aborto debbano essere a disposizione delle donne nelle zone colpite: «È essenziale che le donne abbiamo modo di controllare quando e come diventare incinte, si deve consentire alle donne di prendere decisioni informate».
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