POPOLARI a Nordest

Domenica 29 Maggio 2016
Veneto Banca, vecchi azionisti in subbuglio dopo le indiscrezioni che parlano di un aumento di capitale a partire da 10 centesimi: domani la decisione del cda.
I grandi soci sono sospesi tra l'idea di gettarsi a capofitto in questa ennesima sfida dopo l'assemblea del 5 maggio o arrendersi di fronte a quello che in più di qualcuno definisce un "disegno" per far finire anche l'istituto di Montebelluna nelle fauci di Atlante e azzerare quindi in un colpo solo 10 miliardi di valore azioni e le due ex Popolari del Veneto, prime banche della regione. Unico spiraglio positivo in questo panorama è l'idea di avere ancora una sponda nel nuovo cda. «Domani avremo un incontro col presidente Stefano Ambrosini - annuncia Bruno Zago, presidente di "Per Veneto Banca" l'associazione dei grandi azionisti - sarà l'occasione per avere qualche informazione sull'aumento di capitale e sul valore delle azioni. Certo, una valutazione che parte da 10 centesimi è dura da digerire, vuol dire che quello che avevi è praticamente azzerato. Ma può essere anche un punto di partenza: chi voleva investire non credo cambi idea, noi veneti dobbiamo metterci insieme se vogliamo salvare la nostra banca. Però viene difficile non vedere una strategia ben precisa in questa situazione: c'è il rischio che Veneto Banca faccia la stessa fine di Popolare Vicenza, venga acquisita dal fondo Atlante, cioè da un fondo promosso in primo luogo da Intesa e Unicredit, che così si toglierebbero due spine nel fianco nel Nordest. Piuttosto preferirei che arrivasse Bper, meglio lavorare con una banca più umana e vicina che con Torino, Milano o Roma».
«Questo non è un salvataggio ma un disegno ben preciso - sottolinea Attilio Carlesso, ex consigliere di Veneto Banca e imprenditore veronese che con le sue aziende detiene circa 25mila azioni ("valevano un milione di euro") - fissare il prezzo dell'azione a 10 centesimi è saccheggiare la banca e i vecchi azionisti, spero che il cda riesca a fermare questo processo. Capisco i ragionamenti di Zago, ma quel valore non invoglia certo a investire nell'aumento di capitale: la verità è che il Veneto è più povero di miliardi. E molte aziende sono in un momento critico: le banche chiedono indietro i fidi a causa delle garanzie saltate perché il valore delle azioni si è azzerato. Per fortuna le mie non hanno di questi problemi, ma molti altri colleghi sì: così si vuole azzoppare il Nordest e la ripresa dell'Italia. Se almeno ci regalassero i crediti deteriorati come ha proposto Giovanni Razzoli di Equita sul Sole24ore, io sono sicuro che rienteremo di uan parte dei soldi persi con le azioni». Carlesso ce l'ha con la politica: «Dove sono i nostri parlamentari veneti? Come si fa a varare una legge che obbliga le Popolari a trasformarsi in spa in 18 mesi con questa Borsa? Altro che salvare il sistema. Spero solo che il cda di Veneto Banca abbia un po' di coraggio».
Adusbef e Federconsumatori suonano le campane a morto: «Il doppio dissesto della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca costerà 18,9 miliardi ai quasi 210.000 mila azionisti tra azzeramento del valore delle azioni (10 miliardi), perdite degli ultimi 3 anni (per 4 miliardi), aumenti di capitale (4,9 miliardi)». Ora, con l'aumento di Veneto Banca a 10 centesimi, «per chi ha acquistato le azioni nel 2012, quando il titolo era ai massimi a 40,75 euro per azione, la perdita sarà addirittura del 99,75%». Ultimo dettaglio: il tribunale della capitale della Moldova Chisinau ha annullato le nomine della controllata Eximbank. Dubbi anche sul bilancio.
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