Piange a dirotto Vincenzo Nibali pochi istanti dopo il termine di una tappa che

Sabato 28 Maggio 2016
Piange a dirotto Vincenzo Nibali pochi istanti dopo il termine di una tappa che sarà difficile dimenticare. Piange nel ricordo di Rosario Costa, il ciclista della sua squadra giovanile morto tragicamente ad inizio Giro durante un allenamento e al quale ha dedicato la vittoria tagliando il traguardo. Piange ripensando agli ultimi difficilissimi giorni, alle critiche ricevute, a quelle gambe che non rispondevano agli input del cervello. Il successo nella Pinerolo-Risoul entra di diritto tra le pagine più belle della sua carriera e non solo perché rientra prepotentemente in lizza per la vittoria finale. I 44" di ritardo dalla nuova maglia rosa Esteban Chaves, alla vigilia del tappone decisivo non sono pochi, ma quanto accaduto ieri lascia aperta qualsiasi ipotesi.
Un successo costruito grazie anche alla tattica dell'Astana, con Michele Scarponi, in fuga e primo ai 2744 metri del Colle dell'Agnello (Cima Coppi del Giro), fermato per attendere il gruppetto con Nibali e Chaves. Una mossa che ha consentito di evitare il ritorno di Valverde, staccatosi in salita ed alla fine arrivato ad oltre 2', e di guadagnare ulteriore terreno su Steven Kruijswijk, caduto pesantemente dopo essere andato addosso ad un muro di neve all'inizio della discesa successiva alla Cima Coppi, costretto a cambiare bici dopo qualche chilometro e autore di fatto di una cronometro individuale di 50 km in condizioni fisiche precarie. L'olandese ha comunque mostrato cuore e orgoglio, ma il distacco finale (5') gli ha fatto perdere la maglia rosa, portandolo anche alle spalle di Nibali. Fra l'altro nella stessa discesa una bruttissima caduta ha tolto dai giochi il russo Zakarin, quinto al via e ritiratosi per la rottura della clavicola.
Il successo di tappa si è deciso sulla salita verso Risoul: Nibali ha aumentato il ritmo staccando tutti, compreso Chaves, dando vita ad una cavalcata trionfale che l'ha portato a guadagnare 59" (abbuoni compresi) sul colombiano, terzo all'arrivo alle spalle dello spagnolo Nieve. «È stata una tappa veramente difficile, ma sono molto felice - afferma Nibali - È una rivincita nei confronti dei critici ma anche di me stesso. Nella riunione pregara avevamo ipotizzato di entrare in una fuga, come poi è avvenuto con Scarponi. Io mi sono accorto di stare bene sul Colle dell'Agnello e quando ho visto che Valverde si era staccato ho accelerato, prendendo la discesa veloce con Chaves e Kruijswijk, poi caduto. Visto come si era messa la situazione, abbiamo cambiato strategia in corsa. Mi è dispiaciuto un po' per Scarponi, perché in cuor suo sperava di vincere. Lui mi è sempre stato vicino in questo Giro, è un grande».
La classifica vede Chaves in vetta, Nibali a 44", Kruijswijk a 1'05" e Valverde a 1'48". Tutti possono legittimamente aspirare ad arrivare domani a Torino in rosa: «Sarà un'altra tappa molto dura - afferma lo "Squalo" - Bisognerà tenere sempre gli occhi aperti. Per quanto mi riguarda, voglio restare con i piedi per terra». Chaves intanto mostra il suo radioso sorriso: «È meraviglioso indossare la maglia rosa - dice il ventiseienne colombiano - Ora che il Giro sta finendo, perché non pensare di portarla fino al termine?».
OGGI. È il giorno della verità: la Guillestre-Sant'Anna di Vinadio di 134 km propone tre Gpm di prima categoria (tutti oltre i 2000 metri di quota) e l'arrivo in salita al santuario. Considerando le difficoltà della tappa, l'altitudine, le fatiche di ieri, le tre settimane di corsa e la lotta a 4 per la maglia rosa, può realmente succedere di tutto.
IN TV. Diretta Raisport 1 alle 13, Raitre alle 15, Eurosport 1 alle 14.30.
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