Nuove entrate dall'Iva e dall'estero non scudato

Lunedì 24 Ottobre 2016 di I Comuni dovranno segnalare alle Entrate i nomi di chi sposta la residenza oltreconfine
Cambia il fisco, con la trasformazione di Equitalia in un ente economico chiamato a muoversi in modo più flessibile e mirato. Ma la manovra che deve costruire un diverso rapporto con il contribuente fa anche affidamento, per le proprie coperture, a nuove entrate tributarie, in parte una tantum in parte strutturali. Ecco quindi che nel testo del decreto legge firmato dal presidente Mattarella (e in attesa di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale) entrano anche misure che devono garantire quel gettito stringendo un po' le viti della macchina dei controlli. È il caso delle comunicazioni trimestrali dell'Iva, pensate per colmare lo storico divario tra l'imposta teoricamente dai contribuenti dovuta e quella che entra davvero nelle casse dello Stato, al termine di un percorso fatto di esenzioni, detrazioni e compensazioni, se non addirittura di frodi con triangolazioni internazionali. Il nuovo meccanismo, raccomandato al posto dell'attuale dichiarazione annuale dall'Ocse e dal Fondo monetario nei loro recenti rapporti sul fisco italiano, dovrebbe assicurare da solo maggiori introiti per oltre due miliardi nel 2017 e per ben 9 nel triennio che arriva al 2019.
Ma risorse consistenti, sempre intorno ai due miliardi, sono attese anche dalla riapertura dei termini della voluntary disclosure, l'operazione di rientro su base volontaria dei capitali portati all'estero che comporta il pagamento, con sanzioni ridotte, delle imposte dovute. Come dimostra anche l'ipotesi poi naufragata di prevedere un'aliquota forfait per il contante, qui il problema è come rendere appetibile un'opzione che - a differenza della voluntary disclosure 1 - non contiene in sé il potente deterrente legato alla fine del segreto bancario in Svizzera. Il governo allora cercherà di stanare coloro che negli ultimi anni si sono trasferiti all'estero, andando a verificare per prima cosa proprio l'adesione alla precedente operazione di rimpatrio dei capitali. Nel testo del decreto è stato inserito anche l'obbligo per i Comuni di segnalare all'Agenzia delle Entrate i dati di coloro che chiedono di essere iscritti all'anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire), entro sei mesi dalla richiesta. Queste informazioni saranno usate dall'Agenzia per formare liste selettive ai fini dei controlli su attività finanziarie e investimenti patrimoniali esteri non dichiarati: in pratica si accenderà la luce su un elenco di potenziali evasori. Da subito, i Comuni dovranno segnalare i dati di coloro che hanno chiesto l'iscrizione all'Aire dal 2010. Per queste persone il controllo preventivo, ai fini dell'inserimento nelle liste, riguarderà proprio l'adesione alla prima operazione di rientro dei capitali: chi non l'ha fatta diventerà sospetto.
Un'altra novità esplicitamente prevista da un articolo del decreto, sotto il titolo di Potenziamento della riscossione riguarda il tema delle banche dati. L'Agenzia delle Entrate, nella quale confluiranno le funzioni attualmente svolte da Equitalia, potrà utilizzare anche per queste attività le proprie informazioni, comprese ad esempio quelle dell'anagrafe tributaria relative ai conti bancari. Allo stesso modo l'Agenzia potrà accedere direttamente alle banche dati dell'Inps per raccogliere direttamente le informazioni relative ai rapporti di lavoro o di impiego. Con questi strumenti a disposizione la nuova riscossione potrà muoversi disponendo di informazioni più certe, evitando perdite di tempo che in alcuni casi danneggiano gli stessi cittadini.
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