Nonna a processo per ricettazione

Martedì 19 Settembre 2017
BELLUNO - «Fu la mia amica Camilla a darmi il cellulare. Lo tenni in prova solo due giorni, ma inviai solo sms. La scheda era intestata a mia nonna, perché all'epoca io ero minore ed ero affidata a lei». Così ha testimoniato ieri la nipote dell'imputata Suzana Kila, 67 anni, albanese, residente in città e difesa di fiducia dall'avvocato Enrico Tiziani. La donna è accusata di aver avuto in possesso per una quindicina di giorni un cellulare risultato rubato ad un'allieva della scuola Ricci di Belluno il 22 novembre del 2013.
Il reato, ben più grave del furto, è quello di ricettazione.
La giovane ieri ha ricostruito i fatti, scagionando pienamente la nonna. Ma la sua deposizione non collima con i tempi rilevati dagli investigatori. Inoltre, da quel telefono partirono una serie di telefonate, ma la giovane teste ha riferito di non conoscere alcuna delle persone risultate sul registro chiamate. L'udienza è stata rinviata al 26 ottobre per sentire quella che potrebbe essere una teste chiave, ovvero Camilla, la giovane studentessa che le avrebbe dato in prestito il telefono. «Non ebbi più contatti con lei - ha riferito la giovane teste -, se ne andò dalla scuola. Ricordo anche che mi chiese se volessi acquistarlo per 150 euro, ma io rifiutai».

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