Non è stato trovato l'accordo tra parroco e perpetua e il sacerdote

Martedì 1 Marzo 2016
Non è stato trovato l'accordo tra parroco e perpetua e il sacerdote feltrino affronterà il processo con l'accusa di essersi appropriato indebitamente di decine di migliaia di euro della donna che viveva con lui. «Sono innocente: non ritengo di aver fatto nulla di male e posso giustificare tutto davanti al giudice», avrebbe detto il prete che non ha accettato di pagare e chiudere la vicenda.
Il parroco 80enne del Feltrino è accusato di appropriazione indebita perché avrebbe sottratto denaro alla sua ex perpetua, oggi 90enne. La procura di Belluno, con il sostituto procuratore Simone Marcon, ha chiuso infatti le indagini sul caso che va ora a processo. La ex perpetua si è affidata all'avvocato Enrico Rech che ha contatto più volte il sacerdote per la restituzione del denaro che avrebbe sottratto alla donna. Ma il parroco, che si è affidato all'avvocato Enrico Tiziani, ha proposto prima mille 500 euro e poi 5mila euro. Un cifra non ritenuta congrua e quindi le due parti si affronteranno in aula.
La storia inizia nel 1970 quando parte la convivenza tra il parroco e la sua perpetua. Secondo quanto sostenuto dal sacerdote lui l'avrebbe aiutata a gestire il conto e le proprietà a Feltre, per 45 anni, nell'interesse dell'anziana. Tanto che, sempre secondo la difesa, sarebbero stati pari a 30mila gli euro prelevati dal conto della donna spalmati in 20 anni, soldi che sarebbero serviti per l'anziana. Diversa la ricostruzione della perpetua, che oggi si è trasferita dalla badante a Feltre. Secondo quanto emerso il parroco si sarebbe impossessato di 40mila euro di buoni postali poi restituiti. Ma soprattutto con i soldi della perpetua, avrebbe aperto un conto intestato alla parrocchia dal quale attingeva liberamente per acquistare ceri e altre cose.

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