Museo archeologico, futuro incerto

Domenica 11 Dicembre 2016
BELLUNO -- (dt) Bello il nuovo museo che prenderà posto a Palazzo Fulcis. Ma che ne sarà della sezione archeologica? Che ne sarà dei reperti paleoveneti e delle tracce del passaggio romano a Belluno? Se lo chiedono gli Amici del Museo e la sezione locale di Italia Nostra. Le due associazioni culturali temono l'abbandono, visto che la collezione di archeologia non verrà traslocata al Fulcis, ma attende l'ipotesi di un eventuale trasferimento a Palazzo Bembo. E scrivono. Con l'intenzione di un incontro il 19 dicembre per discutere della questione. Una sorta di stati generali della cultura. «Con soddisfazione plaudiamo all'apertura del nuovo Museo bellunese a Palazzo Fulcis. Ma che fine faranno le importanti raccolte archeologiche? - questa la domanda con cui comincia la lettera inviata dagli Amici del Museo e da Italia Nostra al sindaco e all'assessore alla cultura -. La sezione archeologica è sempre stata la più visitata e indubbiamente la più frequentata, soprattutto dal mondo della scuola. Alcune collezioni, come quella preistorica o quella degli Antichi Veneti e delle testimonianze della Belluno Romana sono fra le più importanti del Veneto e non solo. Per cui facciamo appello alla cittadinanza tutta e alle associazioni culturali bellunesi per una presa di posizione decisa sulla questione». Il pericolo, secondo le due associazioni bellunesi, è che i pezzi pregiati della collezione archeologica possano finire altrove. Lontano da Belluno. «La proposta comunale prevede, a causa della deficitaria situazione rispetto alle norme di sicurezza della vecchia sede, l'apertura solo su richiesta della sezione archeologica del palazzo dei Giuristi, in attesa dell'apertura di un nuovo contenitore atto a ospitarla presso il Palazzo Bembo. Ci auguriamo che i lavori di restauro nella nuova sede possano procedere con continuità. Eventuali ritardi infatti, proprio a causa della saltuaria disponibilità di visita nella vecchia sede, potrebbero comportare il rischio di un'eventuale richiesta da parte della Soprintendenza archeologia di spostamento dei reperti più interessanti in realtà museali più funzionali già esistenti in altre località territoriali».
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