Multa di 3 anni non pagata Renzi stangato da Equitalia

Sabato 28 Maggio 2016
Multa di 3 anni non pagata Renzi stangato da Equitalia
«Ho appena ricevuto un messaggio da mia moglie. Dice che mi è arrivata una cartella di Equitalia da pagare». Il G7 è terminato e anche la conferenza stampa con la quale il premier Matteo Renzi ha riassunto le due giornate giapponesi trascorse con Obama, Merkel, Cameron, Hollande, il canadese Trudeau e il padrone di casa Shinzo Abe a discutere di crescita e di migranti. Reduce da un ultimo scambio di opinioni con i colleghi e prima di salire sull'auto che lo porterà in aeroporto, il presidente del Consiglio traffica con il cellulare e poi racconta: «Devo pagare duemila euro! E sa perché? Mi sono perso una multa, dovevo pagarla ma l'ho smarrita. Mia moglie me l'aveva data da pagare, ma io l'ho persa e poi me ne sono dimenticato. Ora mi tocca tirar fuori duemila euro ad Equitalia per una contravvenzione di tre anni fa», ammette rassegnato ma senza sentirsi troppo colpevole nei confronti del fisco e, soprattutto, della consorte che deve averlo appena rampognato via cellulare. «D'altra parte - sostiene a sua discolpa - erano i giorni dell'incarico con le riunioni, gli incontri al Quirinale! Mi è proprio passata di mente e non l'ho nemmeno più cercata». Una distrazione da duemila euro che però non sembra spingerlo alla rassegnazione. L'umore, da buon toscano, non ne risente più che tanto e regge la soddisfazione di aver fatto qualche ora prima un po' di footing indoor - nella palestra dell'hotel - con il presidente degli Stati Uniti che ha trovato in maglietta e calzoncini corti già di prima mattina e in compagnia di un buon gruppo di guardie del corpo pronte a sgranchirsi.
Soddisfazioni collaterali che ripagano la spesa straordinaria dei duemila euro. Come quella ottenuta la sera - in una pausa dei lavori - a seguito di un duello verbale con il neo primo ministro canadese Trudeau, su chi fosse in quel consesso il leader più giovane. Discussione fatta in francese con Hollande che traduceva alla Merkel, la quale ha poi gelato Renzi ricordandogli che comunque il primo ministro estone, Taavi Roivas, «è più giovane di te».
«Ecco - continua Renzi mentre il portavoce Filippo Sensi prova a strattonarlo con gli sguardi - dovrei spiegare perché occorre riformare Equitalia su Facebook proprio partendo da questa mia storia». Poi ci ripensa. «No, meglio di no. Meglio non farlo, perché altrimenti sai che dicono! Comunque la riforma di Equitalia va fatta. Basta con queste cartelle. Le tasse e le multe si devono pagare con un clic, un sms». Soluzione trovata, quindi, non resta che metter mano ad uno degli uffici pubblici meno amati dagli italiani come peraltro già annunciato. «Al 2018 Equitalia mi sa che non ci arriva mica», aveva detto qualche giorno fa Renzi nel corso di uno degli appuntamenti sociali che piacciono al Rottamatore. Chissà se l'idea del fisco-amico, non gli sia venuta proprio quel giorno, magari per essersi all'improvviso ricordato di quella “commissione” che la consorte gli aveva affidato. «Se avessi potuto pagare con un sms non me lo sarei dimenticato», ha sostenuto il premier salutando. Un'idea completamente diversa del fisco rispetto a quelli che parafrasando lo scomparso ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa sostengono che «è bellissimo pagare le tasse», e che magari quando governano sperano proprio nella dimenticanza, nel ritardato pagamento affinché la penitenza sia ancora più dura e la gabella, ovviamente, più afflittiva.
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