Mosul, bimbi usati come scudi umani

Lunedì 24 Ottobre 2016 di Nuovo attacco dei jihadisti Tre auto bomba saltate in aria
FRONTE DI MOSUL - La Mosul di Baghdadi come la Berlino di Hitler. I curdi avanzano da est, le truppe irachene da sud, e il Califfo ha ordinato ai suoi di prepararsi alla battaglia finale nella città dove è stata proclamata la nascita dello Stato islamico.
I jihadisti - sulla base delle poche notizie che trapelano - hanno scavato trincee che poi hanno riempito di petrolio, vogliono un muro di fuoco per fermare l'avanzata dei curdo-iracheni. C'è di peggio: diverse sostanze chimiche tossiche sono state utilizzate per assemblare ordigni artigianali e trappole anti-uomo. E per garantirsi la vita i miliziani non esitano da giorni a costringere bambini e donne a rimanere sui tetti delle case trasformate in bunker per evitare i raid aerei della Coalizione.
Non è possibile verificare in maniera indipendente questo tipo di informazioni, il rischio è che le conferme arriveranno quando suonerà l'ora della battaglia finale.
Il capo del Pentagono Ash Carter, dopo la tappa dell'altro giorno a Baghdad, è volato a Erbil, dove ha incontrato il presidente del Kurdistan iracheno, Massud Barzani. Ufficialmente i due hanno parlato solo degli sviluppi sul campo. Ma i colloqui, arrivati dopo il niet' di sabato del premier iracheno Haydar Abadi alla partecipazione delle truppe di Ankara all'offensiva di Mosul, sono stati seguiti dall'intervento dell'artiglieria turca che ha appoggiato l'avanzata dei curdi.
I Peshmerga «hanno richiesto l'appoggio dei nostri soldati nella base di Bashiqa» e ora tank e artiglieria turca «li stanno aiutando», ha annunciato il premier turco Binali Yildirim.
Baghdad considera la presenza di truppe turche sul suo territorio una violazione della sua sovranità ed ha chiesto ripetutamente il loro ritiro, senza successo. In Kurdistan la pensano diversamente, evidentemente.
Proprio a Bashiqa è ripartita ieri l'offensiva verso Mosul.
Grazie all'appoggio militare Usa, turco e delle forze della Coalizione, i Peshmerga hanno circondato otto villaggi a nord-est di Mosul, e si sono spinti fino a 9 chilometri dalla roccaforte del Califfato.
Ma la situazione resta di estremo pericolo, con l'Isis che sta lanciando micidiali attacchi nelle retrovie come diversivo per frenare l'avanzata. Dopo il massacro di Kirkuk, ieri i jihadisti hanno sferrato un attacco a Rutba, nella provincia occidentale di Anbar. Almeno tre auto-bomba, ha riferito il generale Yahya Rasool, sono saltate in aria prima di raggiungere gli obiettivi dei miliziani e numerosi combattenti sono stati uccisi. Dopo ore di scontri a fuoco, gli iracheni hanno «ripreso il controllo» della cittadina, liberata solo quattro mesi fa. E non è l'unico focolaio lontano da Mosul. La battaglia finale per la città si avvicina, ma la distruzione dello Stato islamico richiederà tempo, forse mesi, avvertono i militari curdi.

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