LOS ANGELES - Con il consueto equilibrato senso della misura, il regista Quentin Tarantino ha reso noto al mondo che il grande compositore Ennio Morricone è il suo preferito, nella storia della musica, rispetto anche a Mozart, Beethoven e Schubert, evitando fortunatamente di aggiungere anche Bach o Wagner. E' accaduto alla premiazione dei Golden Globe, i premi della stampa estera, di fatto anticamera degli Oscar (giovedì le nomination), dove il musicista italiano ha vinto il premio (il suo terzo, dopo Mission e La leggenda del pianista sull'oceano) per la colonna sonora scritta per The hateful eight, il western-kammerspiel appunto di Tarantino (che ha ritirato il premio per Morricone, assente).
Il film è in uscita in Italia il 4 febbraio. Le provocazioni, a volte anche fanciullesche, di Tarantino, suscitano spesso ilarità in chi le ascolta, e forse è anche per questo che Morricone ha alzato le braccia davanti a così tanta stima: «Tarantino esagera, ci vuole un giudizio storico. Il suo è un giudizio immediato, di una persona gentile. Aspettiamo magari due secoli». Insomma: stiamo calmi, ognuno al proprio posto. Poi è chiaro che l'87enne Morricone resta un grandissimo musicista e un mirabile compositore di colonne sonore (celeberrime ovviamente quelle per Sergio Leone, ma il resto, da De Palma a Malick e Tornatore, non è da meno), tra l'altro premio Oscar alla carriera nel 2007, dopo cinque giri a vuoto. Insomma un riconoscimento meritatissimo, ma certi paragoni appaiono sproporzionati, com'è nello stile del regista di Pulp Fiction.
Celebrata l'Italia, i Golden Globe, che com'è noto assegnano premi dividendo i film tra drammatici e commedia, hanno riconosciuto la bravura e la fatica di Leonardo DiCaprio, che col suo martoriato personaggio, quasi stuprato da un orso, in Revenant di Iñárritu (giovedì sugli schermi italiani) adesso spera finalmente di convincere i giudici dell'Academy a consegnargli questo benedetto Oscar, ormai sua autentica ossessione. Revenant è stato anche eletto miglior film drammatico, probabilmente per aver atterrito i votanti con scene di incontenibile ferocia, anche tra umani, e Iñárritu miglior regista: quanta grazia.
Come film commedia invece ha trionfato Sopravvissuto The martian (ma il suo inserimento in questa categoria fa sorridere), film di fantascienza che ha ridato spolvero a Ridley Scott, con un Matt Damon (premiato anche lui) abbandonato su Marte. Migliori attrici Brie Larson (Room) e Jennifer Lawrence (Joy), mentre Kate Winslet ha avuto quello da non protagonista per Steve Jobs. Miglior attore non protagonista Sylvester Stallone per Creed (esce giovedì) e miglior film d'animazione ovviamente Inside out. Totalmente a secco Carol. Infine premio al film straniero allo scioccante e prodigioso Il figlio di Saul dell'ungherese László Nemes, opera prima già premiata a Cannes.(adg)
© riproduzione riservata
Il film è in uscita in Italia il 4 febbraio. Le provocazioni, a volte anche fanciullesche, di Tarantino, suscitano spesso ilarità in chi le ascolta, e forse è anche per questo che Morricone ha alzato le braccia davanti a così tanta stima: «Tarantino esagera, ci vuole un giudizio storico. Il suo è un giudizio immediato, di una persona gentile. Aspettiamo magari due secoli». Insomma: stiamo calmi, ognuno al proprio posto. Poi è chiaro che l'87enne Morricone resta un grandissimo musicista e un mirabile compositore di colonne sonore (celeberrime ovviamente quelle per Sergio Leone, ma il resto, da De Palma a Malick e Tornatore, non è da meno), tra l'altro premio Oscar alla carriera nel 2007, dopo cinque giri a vuoto. Insomma un riconoscimento meritatissimo, ma certi paragoni appaiono sproporzionati, com'è nello stile del regista di Pulp Fiction.
Celebrata l'Italia, i Golden Globe, che com'è noto assegnano premi dividendo i film tra drammatici e commedia, hanno riconosciuto la bravura e la fatica di Leonardo DiCaprio, che col suo martoriato personaggio, quasi stuprato da un orso, in Revenant di Iñárritu (giovedì sugli schermi italiani) adesso spera finalmente di convincere i giudici dell'Academy a consegnargli questo benedetto Oscar, ormai sua autentica ossessione. Revenant è stato anche eletto miglior film drammatico, probabilmente per aver atterrito i votanti con scene di incontenibile ferocia, anche tra umani, e Iñárritu miglior regista: quanta grazia.
Come film commedia invece ha trionfato Sopravvissuto The martian (ma il suo inserimento in questa categoria fa sorridere), film di fantascienza che ha ridato spolvero a Ridley Scott, con un Matt Damon (premiato anche lui) abbandonato su Marte. Migliori attrici Brie Larson (Room) e Jennifer Lawrence (Joy), mentre Kate Winslet ha avuto quello da non protagonista per Steve Jobs. Miglior attore non protagonista Sylvester Stallone per Creed (esce giovedì) e miglior film d'animazione ovviamente Inside out. Totalmente a secco Carol. Infine premio al film straniero allo scioccante e prodigioso Il figlio di Saul dell'ungherese László Nemes, opera prima già premiata a Cannes.(adg)
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