Morire annegata in una trentina di centimetri d'acqua. Impensabile. Ma è ciò

Venerdì 27 Maggio 2016
Morire annegata in una trentina di centimetri d'acqua. Impensabile. Ma è ciò che è accaduto in borgata Almadis, a Castelnovo del Friuli, nella tarda serata di mercoledì. Vittima una bimba di soli 17 mesi, Nina Artemisia Polli.
La piccola era nel cortile di casa. La cena era terminata da qualche minuto e i famigliari l'hanno lasciata mentre si divertiva con alcuni giocattoli. La mamma stava terminando le faccende domestiche. Si è distratta per pochi istanti. Nina deve aver appoggiato il suo pupazzo sul bidone della raccolta differenziata per la plastica, un contenitore, privo di coperchio, alto 51 centimetri, dentro il quale, nei giorni scorsi, si era accumulata acqua piovana. Si presume qualche litro, anche se sarà impossibile stabilire esattamente quanti. Il giocattolo dev'essere caduto nel bidone: la piccina si è arrampicata ed è caduta all'interno, a testa in giù. La mamma si è insospettita quasi subito, perché non avvertiva la solita cantilena di Nina, che non rispondeva ai richiami. Si è precipitata all'esterno, ha svuotato il recipiente ed estratto la piccola, ormai cianotica e in arresto cardiaco e ha chiamato i soccorsi. È Dal centro di smistamento di Sequals è giunta un'ambulanza e ha provato a stabilizzare la piccola. Considerate le condizioni disperate, l'equipe medica ha disposto il trasferimento in ospedale a Pordenone: 35 chilometri a sirene spiegate e una pattuglia dei Carabinieri di Spilimbergo a fare da apripista.
Al Pronto soccorso pediatrico i rianimatori hanno proseguito nel disperato massaggio cardiaco, fino a che il cuoricino di Nina ha ripreso a battere. Da subito è apparso chiaro che il miracolo non si sarebbe compiuto, perché l'assenza di ossigeno nel cervello era stata troppo prolungata. L'agonia è durata dodici ore: nella tarda mattinata di ieri è stata dichiarata la morte cerebrale ed è stata convocata la commissione medica, operazione preliminare al prelievo degli organi, straordinario epilogo di generosità deciso da una famiglia straziata dal dolore.
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