Medici anti-vaccini nel mirino dell'Ordine

Venerdì 21 Ottobre 2016
ROMA - Lo scorso luglio l'annuncio della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo): i camici bianchi che sconsigliano le vaccinazioni infrangono il codice deontologico e andranno incontro a procedimenti disciplinari che possono arrivare alla radiazione. Ieri, a tre mesi di distanza, l'apertura ufficiale dei primi provvedimenti a carico di due professionisti, a Treviso e Firenze, mentre un terzo caso è sotto esame a Venezia. «Gli ordini dei medici stanno esercitando le proprie funzioni di autodisciplina in modo serio e rigoroso» ha commentato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin..
È dunque partita l'offensiva della Fnomceo contro i medici anti-vaccini. Accanto agli Ordini di Treviso, Firenze e Venezia, avverte il segretario generale della Federazione, Luigi Conte, «altri Ordini italiani potrebbero aver aperto procedimenti di cui non è stata data comunicazione». I medici in questione, rileva, «hanno sostenuto la posizione, antiscientifica, della pericolosità dei vaccini». In particolare, chiarisce Conte, «il medico fiorentino, già noto per le sue posizioni, sostiene l'esistenza di un legame tra vaccini e autismo, mentre il professionista di Treviso, un cardiologo, afferma che le vaccinazioni determinano complicazioni che mettono a rischio i bambini».
«Il dato positivo - sottolinea il segretario Fnomceo - è che dall'approvazione del nostro documento a luglio, si sta creando un forte movimento di opinione e molti presidenti di Ordini regionali stanno cominciando a procedere. I timori messi in giro, soprattutto su Internet, sono solo delle grandi sciocchezze sostenute da personaggi che non hanno alcuna competenza scientifica, bensì altri interessi da tutelare. Non si vuole negare che le vaccinazioni possano portare in alcuni casi a qualche complicanza, ma ciò avviene in un numero estremamente limitato di situazioni rispetto ai casi di complicanze che potrebbero invece portare le malattie prevenibili». Un dato su tutti: «Complicanze da vaccini si registrano in 1 caso su 1 milione, mentre complicanze serie da morbillo come meningite o polmonite si rilevano in 1 caso su 10mila».
Ma contro le decisioni degli Ordini arriva immancabile il ricorso del Codacons, che definisce «un ritorno al Medioevo la sola idea che i medici possano essere puniti se esprimono una opinione critica su un tema controverso come i vaccini», e annuncia la presentazione di ricorsi al Tar del Lazio contro il documento della Federazione emanato a luglio e i provvedimenti disciplinari.
Il tema è stato anche al centro del confronto di ieri nella V Commissione Sanità e Sociale della Regione Veneto. «L'obiettivo è convincere, non obbligare - ha detto Alberto Villanova - nonostante in determinate zone potranno esserci casi specifici che determinano l'obbligo di vaccinazione». La dottoressa Francesca Russo della Direzione Prevenzione ha sottolineato l'efficienza dell'Anagrafe Unica Regionale dei vaccini, che ha permesso di registrare negli ultimi sei mesi una diminuzione dei rifiuti, anche vi sono almeno tre Ulss in controtendenza. «Nel bassanese attualmente la percentuale di vaccinati si aggira sull'86%, soglia di attenzione vicina alla soglia di allarme. La percentuale di Asolo è sotto il 90% come pure quella di Vicenza. Dobbiamo coinvolgere i sindaci, quali autorità locali, affinché richiedano all'atto di iscrizione ai nidi e alle scuole d'infanzia, la documentazione sulle vaccinazioni avvenute».

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