Maria Elena Boschi si prepara ad essere ascoltata dai pm a proposito dell'emendamento

Lunedì 4 Aprile 2016
Maria Elena Boschi si prepara ad essere ascoltata dai pm a proposito dell'emendamento scandalo. Quello che ha portato alle dimissioni Federica Guidi e che sta creando forti difficoltà alla Boschi, già resa vulnerabile dalla vicenda Banca Etruria. «Spiegherò tutto quello che so. Non c'è nulla di scandaloso o di indicibile. Anzi. Sia dal punto di vista legislativo sia da quello effettivo delle ricadute che l'operazione Tempa Rossa può avere sull'economia e sul lavoro in Basilicata, difendo il nostro comportamento nella maniera più assoluta perché è stato limpido e corretto»: ecco la linea di difesa della ministra più potente del governo Renzi. La quale, mentre era in preparazione il testo della norma, avrebbe più volte ricevuto nel suo ufficio doversi emissari delle compagnie petrolifere Total e Shell.
Dunque non ha nulla da temere la Boschi? «Non esistono le sue dimissioni, ma di che parliamo?», Renzi si offre da suo scudo umano in difesa della sua ministra. Parlando con Lucia Annunziata su Raitre, il premier dice così: «C'è il presidente del Consiglio che è coinvolto personalmente su questo tema. Ho scelto io di fare questo emendamento, lo rivendico per forza. Le opere pubbliche sono state bloccate per anni e l'idea di sbloccare le opere pubbliche l'abbiamo presa noi per Tempa Rossa, per Pompei, per Bagnoli e per altre situazioni». Insomma: «Quell'emendamento è roba mia». E ancora: «Noi questo Paese lo stiamo talmente cambiando che, se i magistrati vogliono, mi interroghino non solo su Tempa Rossa ma su quello che vogliono». Ma le toghe di Potenza replicano a stretto giro: «Veramente non pensavamo di sentirlo...».
La Boschi rilancia: «I poteri forti sono contro di noi». Renzi precisa l'argomento: «Io non credo ai complotti. E credo che ci sia legittimamente una battaglia politica contro di noi da parte di tante persone. Non definirei Grillo e Berlusconi poteri forti, piuttosto pensiero debole...». Renzi incalza nella sua difesa della Boschi: «Se il ministro dei Rapporti con il Parlamento non controlla e verifica gli emendamenti, che ci sta a fare? Non è l'emendamento in sé il problema ma se qualcuno commette atti illeciti. Se ci sono opere non vanno bloccate le opere, se qualcuno ruba va bloccato il ladro». E ancora: «Non esistono conflitti di interesse nel nostro governo» e «tutti quelli che si trovano ad aver commesso un errore si devono dimettere, io per primo».
Petrolio uguale trivelle. Insomma, eccoci al referendum in arrivo. «Questa legge sulle trivelle - spiega Renzi - l'ha fatta il Pd, è evidente che spera che fallisca il referendum per abrogarla. Ma chi vuole andare a votare scelga liberamente che cosa votare». Quanto alla Guidi, «credo che su questa vicenda abbia sbagliato. E in modo molto serio ha tratto le conseguenze». Non come la Cancellieri, ricorda: «La Guidi lo ha fatto perché è cambiato il clima nel Paese». Quanto al generale De Giorgi: «Lo stimo molto, credo sia una persona di cui l'Italia può essere orgoglioso. Se ha commesso degli errori, andrà in tribunale».
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